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Psoriasi: benefici da farmaco orale derivato da Prevotella histicola

La presenza di uno stato di infiammazione subclinica potrebbe articolare la strategia terapeutica nei pazienti con psoriasi in due fasi

Psoriasis

Psoriasi: un farmaco orale derivato da Prevotella histicola, un batterio intestinale, riduce l’infiammazione sistemica secondo un nuovo studio

L’infiammazione sistemica nei pazienti con psoriasi potrebbe essere trattata per via orale con un ceppo non vivente del batterio Prevotella histicola, un microorganismo che fa parte della nostra flora intestinale. Si tratta di un approccio completamente nuovo di trattare l’infiammazione in questa debilitante malattia che colpisce la cute. A dimostrarlo sono i risultati di uno studio di fase 1b presentati al 29° Congresso dell’Accademia Europea di Dermatologia e Venereologia (EADV).

EDP1815
EDP1815 è una preparazione farmaceutica costituita da un singolo ceppo di Prevotella histicola isolata dal duodeno di un donatore umano. Il farmaco ha dimostrato potenti effetti antinfiammatori sulle cellule immunitarie umane, in vitro e sui modelli murini in vivo. Gli studi preclinici hanno dimostrato che EDP1815 sopprime diverse citochine a livello sistemico, tra cui TNF, IL-6 e IL-17.  Questi effetti dipendono dalla via di segnalazione dell’IL-10 e sono associati a una maggiore espressione epiteliale di FoxP3. EDP1815 agisce sulla rete di connessioni tra l’intestino tenue e il resto dell’organismo. Il farmaco induce effetti terapeutici sistemici senza assorbimento sistemico. Le cellule epiteliali e dendritiche della mucosa dell’intestino tenue, una volta esposte a EDP1815 modulano l’infiammazione sistemica attraverso il signaling delle citochine e delle cellule T. EDP1815 ha ridotto significativamente l’infiammazione di tipo 1 e 3 nei modelli murini di psoriasi.

Come ha spiegato Douglas Maslin, dermatologo e farmacologo dell’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge, nel Regno Unito, durante la sua presentazione, “l’intestino tenue svolge un ruolo centrale nella regolazione del sistema immunitario, metabolico e neurologico dell’organismo. Una volta somministrato, il batterio interagisce con una rete di connessioni tra l’intestino tenue e il resto del corpo legandosi ai “Pattern Recognition Receptors” che modulano le cellule immunitarie che circolano nell’organismo. Questo legame induce una risposta immunitaria terapeutica sistemica, anche se il farmaco non viene assorbito a livello dell’intero organismo. Essenzialmente, si tratta di un farmaco topico, che agisce a livello delle cellule dell’intestino tenue, con attività sistemica. La preparazione ha dimostrato una potente attività antinfiammatoria in laboratorio, in diversi modelli di infiammazione e il meccanismo fisiologico di controllo non ha dimostrato di causare alcuna soppressione immunitaria, riducendo il rischio di effetti collaterali come le infezioni”.

Lo studio presentato al Congresso EADV
Lo studio clinico di fase 1b ha valutato EDP1815, somministrato in due dosi differenti (1,6×1011 e 8,0×1011 cellule) in due coorti di 12 e 18 pazienti con psoriasi da lieve a moderata per un periodo di 28 giorni, con follow-up dopo il trattamento di 42 giorni.

I primi risultati hanno mostrato che EDP1815 è stato ben tollerato a dosi giornaliere fino a 8,0×101 cellule somministrate per un massimo di 28 giorni, con un profilo di tollerabilità paragonabile al placebo, senza gravi effetti avversi segnalati.

Al 28° giorno, la riduzione percentuale media del punteggio dell’Indice di gravità della psoriasi (PASI) per entrambe le coorti EDP1815 (dose ridotta e dose elevata) era del 16%, rispetto all’1% del placebo; con un ulteriore miglioramento del 21% nella coorte assegnata alla dose elevata del farmaco osservato al 42° giorno. Tale miglioramento non è stato osservato con la dose ridotta (10%) o con placebo (3%).

Questi dati indicano un effetto duraturo della molecola somministrata in dosi elevate. La riduzione media del Lesion Severity Score (LSS) a 28 giorni era del 15% e del 23% nella coorte ad alto e basso dosaggio, rispettivamente, rispetto a un aumento dell’1% rispetto al basale osservato nel gruppo placebo. Anche in questo caso, un ulteriore miglioramento clinico, con una riduzione del 24%, è stato osservato nella coorte assegnata alla dose elevata del farmaco.

Come ha spiegato Maslin, “Sebbene siano disponibili diverse opzioni di trattamento per i pazienti affetti da psoriasi in forma grave, c’è un grande bisogno di nuovi metodi innovativi per coloro che convivono con la malattia nella forma lieve-moderata. EDP1815 rappresenta un vero e proprio passo in avanti, soprattutto perché, come abbiamo visto dagli studi preclinici e di fase I, il farmaco è stato ben tollerato senza alcuna differenza complessiva rispetto al placebo e senza che siano stati segnalati gravi effetti collaterali. Siamo estremamente incoraggiati da questi dati che supportano l’ulteriore sviluppo clinico di EDP1815 nella psoriasi. Il farmaco è entrato in fase 2 per il trattamento della psoriasi e in fase 1b per la dermatite atopica”.

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