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Export agroalimentare: bene la pasta, male il vino

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Pastai italiani attaccano: il grano made in Italy non è sinonimo di qualità della pasta

Export agroalimentare italiano: nei primi 7 mesi del 2020 dati positivi per la pasta e derivati dei cereali, in flessione il comparto dei vini

La pasta italiana e il comparto dei derivati dai cereali hanno trainato i buoni risultati dell’export agroalimentare italiano, che nel complesso nei primi 8 mesi dell’anno ha fatto registrate un +3% sullo stesso periodo del 2019. Esportazioni che hanno generato un valore complessivo di 29,4 miliardi di euro.

Tra questi numeri, spiega Garantitaly, quelli che più d’ogni altro si fa notare emergono da una elaborazione di Ismea sui dati Istat per comparto, disponibili solo sui primi sette mesi dell’anno, ed evidenziano «una crescita a doppia cifra per la pasta, con un +30% rispetto al periodo gennaio-luglio 2019».

«Anche nei mesi più critici dell’emergenza epidemiologica – notano dall’Istituto per i servizi per il mercato agricolo alimentare – a causa delle misure restrittive adottate da molti Paesi clienti, le esportazioni di pasta non hanno infatti accusato grossi contraccolpi, a fronte di flessioni anche significative registrate dagli altri comparti nei mesi di aprile e, in particolare, di maggio».

Oltre all’ottima performance della pasta e, più in generale, dell’intero comparto dei derivati dei cereali (+13% nel periodo gennaio-luglio), l’analisi Ismea evidenzia «il buon andamento degli ortaggi freschi e trasformati (+7,8%), in un contesto positivo anche per gli oli (+5%) e le coltivazioni industriali (+13,7%).

Rimangono stabili il comparto degli animali e carni e quello ittico, mentre accusano una netta flessione il comparto florovivaistico (-10,7%) e quello dei vini e mosti (-3,2%)». Male invece il vino: nel semestre marzo-agosto il commercio mondiale del vino ha subito una contrazione senza precedenti. Nei Paesi extra-Ue, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sulla base delle rilevazioni delle dogane, gli scambi complessivi di vino nel semestre considerato hanno subito un calo a valore del -15,2%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro. E il decremento più significativo è quello relativo alle bollicine: -28,8%.

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