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Lockdown a 35mila casi al giorno: il Governo ci pensa

Due indagini realizzate in Italia e Turchia durante il lockdown del marzo 2020 mostrano le reazioni indotte dagli stereotipi di genere in condizioni di stress sociale e individuale

La maggioranza ragiona sul lockdown totale a 35/40 mila contagi al giorno: il premier Conte ha delineato i tratti di una situazione definita “preoccupante”

Soglia di attenzione a 35-40mila nuovi contagi al giorno. Dopo di che si valuta il lockdown generalizzato. È lo scenario ipotizzato ieri sera, a quanto apprende l’agenzia Dire (www.dire.it) da fonti parlamentari, al tavolo di maggioranza presieduto dal premier Giuseppe Conte. Due le decisioni operative immediate: fare un tagliando del dpcm 24 ottobre per valutare le correzioni da apportare. Anticipare il tavolo politico sul prosieguo della legislatura a prima degli Stati generali M5s, in programma dal 7 al 9 novembre. A quanto si apprende il premier ha delineato i tratti di una situazione definita “preoccupante“. La richiesta dei partiti (Pd, Italia viva, Leu) al governo e’ di accelerare, a cominciare dalla verifica politica.

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Coi renziani il premier si e’ impegnato a rivedere le misure piu’ discusse in queste ore (chiusure di cinema e teatri, chiusura alle 18 per bar e ristoranti eccetto l’asporto) ma solo nel caso in cui la curva del contagio dovesse ‘raffreddarsi’. Il punto sarà fatto di qui a 15 giorni. Purtroppo lo scenario su cui tutti sono concentrati e’ quello di segno contrario: e cioe’ che il contagio prosegua, come del resto sta avvenendo negli altri paesi europei, Francia e Germania in testa.
In tal caso, la soglia a partire dalla quale si ipotizza l’adozione di un provvedimento di lockdown e’ tra i 35mila e i 40mila nuovi contagi giornalieri. Il monitoraggio avviene ora per ora e il premier si e’ impegnato ad aggiornare i gruppi parlamentari con tempestivita’ sull’evoluzione della curva.

Si tratta, spiegano fonti di maggioranza, di una stima cautelativa ipotizzabile in questo momento. Tutti si augurano ovviamente che le misure del dpcm funzionino. Ma a preoccupare è  la tenuta della rete ospedaliera, in particolare dei pronto soccorso.

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Brusaferro: “Rt sopra 1 in tutte le Regioni, non mollare su asintomatici”

L’epidemia da CoViD-19 attualmente è “largamente diffusa in tutta l’Italia” e “non è più localizzata”. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), lo dice in audizione alla commissione Igiene e sanità del Senato.

L’andamento dell’indice Rt, che indica la velocità di diffusione del virus, fornisce “l’idea della crescita che stiamo vivendo”, avverte Brusaferro, “in tutte le regioni è superiore a 1” mentre “numerose realtà lo superano ampiamente”. Dopo un’estate con “numeri limitati” e un settembre “in lieve e progressivo aumento”, prosegue il presidente Iss, si è registrato “un picco nelle ultime due settimane“.

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“RESTA IMPORTANTE INDIVIDUARE ASINTOMATICI”

Nel fronteggiare la pandemia da CoVid-19 resta “importante individuare gli asintomatici”, per cui resta “fondamentale continuare a tracciare i positivi”. Si dovranno compiere “tutti gli sforzi” necessari e “non mollare la presa“, dice ancora Brusaferro in audizione alla commissione Igiene e sanità del Senato. Tracciare chi è portatore del virus resta “la prima frontiera per contenere l’infezione“, così come tracciare chi è “entrato in stretto contatto” con essi, avverte Brusaferro. Essendo “essenziale” mantenere i contagi “al di sotto di una certa soglia”, ricorda il presidente Iss, i positivi devono poter essere “facilmente individuati”, in modo “si possano tracciare i loro contatti stretti” che possano essere stati contagiati.

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