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Un murale unisce Lampedusa e Monte Sole

Un murale unisce Lampedusa e Monte Sole

Un murale unisce Lampedusa e Monte Sole: l’opera realizzata sull’Appennino per raccontare il dramma dei migranti

Lampedusa e Monte Sole: due luoghi dove si sono consumate tragedie diverse, per epoca e per tipologia. Due luoghi accomunati, però, dal fatto di avere ospitato due grandi tragedie accadute nei primi giorni di ottobre: a Lampedusa il 3 ottobre 2013 avvenne uno dei naufragi peggiori nel Mediterraneo: 368 persone morte in mare nel tentativo di cercare migliori opportunità di vita. A Monte Sole, invece, dal 29 settembre al 5 di ottobre del ’44, fu teatro dell’eccidio di Marzabotto, con centinaia di innocenti sterminati nell’autunno del ’44 dai tedeschi sulle nostre montagne.

Questi due eventi trovano traccia nel lungo murale realizzato dall’associazione “Libertà era restare” che è stato inaugurato nei giorni scorsi al Circolo Monte Adone a Brento di Monzuno in Via dello Sport, 1. L’opera è stata realizzata nei mesi scorsi da un variegato gruppo di artisti, provenienti da diverse realtà, di diverse origini e con età che andavano dai 10 agli ottanta anni.

“UN MURALE PER FAR RIFLETTERE”

“Con questo murale- spiega l’associazione- abbiamo voluto offrire un’occasione di riflessione ai tanti camminatori che oggi possono godere della bellezza del nostro territorio percorrendo la “Via degli Dei” che da Bologna porta a Firenze passando ai piedi del Monte Adone, a cavallo dei comuni di Sasso Marconi e Monzuno. L’opera vuole mettere a confronto motivazioni e modi diversi di viaggiare. Si viaggia per bisogno o per diletto? Per alcuni il viaggio è necessità e disperazione, si affrontano fatica e pericoli, del deserto prima e le insidie del mare dopo; per altri il viaggio è il piacere di chi, con lo zaino in spalla, attraversa l’Appennino in un gradevole, seppur impegnativo, percorso a tappe. Il Mediterraneo in questo progetto ha idealmente una sponda anche qui, alle pendici di Monte Adone, da dove ci si augura che quel viaggio della disperazione e della speranza possa, un giorno, trasformarsi in un viaggio di gioia e spensieratezza nella nostra splendida natura per tutti”.

COSA È DISEGNATO NEL MURALE

La prima parte del murale (dove campeggia la frase di Erri De Luca ‘Libertà era restare’ che dà il nome all’associazione) si ispira ad alcuni disegni tratti dai “Disegni dalla Frontiera” realizzati dall’amico Francesco Piobbichi operatore sociale del Progetto Mediterranean Hope della Tavola delle Chiese Evangeliche e Valdesi; in particolare sono scene di passaggi nel deserto, barconi e naufraghi fra le onde del Mediterraneo. Il filo spinato è un tema ricorrente nei disegni di Piobbichi e vuole ricordare quella frontiera che le merci attraversano senza problemi ma che risulta invalicabile per alcuni, confine e barriera che ti rimane addosso anche quando ti sembra di averla superata.

Anello di congiunzione fra la prime a la seconda parte del progetto è ancora
ispirata ad un bel disegno dalla frontiera che ritrae una barca sorretta da due
mani che sporgono dalle onde, opera che è divenuta da tempo il simbolo
indiscusso dei “Corridoi Umanitari”, tanto richiesti e così poco realizzati.

La seconda parte del dipinto contrasta con l’asperità e la durezza della prima: con linee molto più morbide e il prevalere del verde dei boschi, si vogliono riprendere le tappe del percorso della “Via degli Dei” che, partendo da Bologna, arriva a Firenze passando anche dalla frazione di Brento nel comune di Monzuno (punto Tappa sul percorso e luogo dove si trova il murale).

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