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Demenza da Parkinson: buoni risultati con rivastigmina

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Demenza da Parkinson: esiti cognitivi migliori con rivastigmina in pazienti affetti anche da ipotensione ortostatica secondo i dati di un nuovo studio

Pubblicato online su “Annals of Neurology”, uno studio su più di 1.000 pazienti con demenza da malattia di Parkinson (PD) ha rilevato che i pazienti che avevano anche ipotensione ortostatica hanno sperimentato maggiori benefici cognitivi dal trattamento con rivastigmina rispetto ai pazienti che non avevano ipotensione ortostatica.

La rivastigmina, inibitore della colinesterasi, è approvata per il trattamento del deterioramento cognitivo nei pazienti con demenza da PD. I ricercatori, guidati da Alberto J. Espay, professore di Neurologia e direttore e presidente del James J. and Joan A. Gardner Center for Parkinson’s Disease and Movement Disorders presso l’Università di Cincinnati, miravano a esaminare i benefici cognitivi del farmaco in pazienti che hanno anche ipotensione ortostatica.

Analisi post-hoc di due studi su oltre mille soggetti
Espay e colleghi hanno condotto un’analisi post-hoc di due studi randomizzati e controllati che hanno confrontato rivastigmina vs. placebo alla settimana 24 (n = 501) e rivastigmina cerotto vs. capsula alla settimana 76 (n = 546), per una popolazione totale dello studio di 1.047 pazienti con demenza da PD.

I ricercatori hanno classificato i pazienti con una caduta maggiore o uguale a 20 mm Hg della pressione arteriosa sistolica (PAS) o una caduta maggiore o uguale a 10 mm Hg della pressione arteriosa diastolica (PAD) in posizione eretta come positivi per ipotensione ortostatica; in caso contrario, i pazienti sono stati classificati come negativi.

Per valutare la funzione cognitiva Espay e colleghi hanno utilizzato l’Alzheimer’s Disease Assessment Scale-Cognitive Subscale (ADAS-Cog) alla settimana 24 e la Mattis Dementia Rating Scale (MDRS) alla settimana 76.

Gli studiosi non hanno trovato differenze significative nelle caratteristiche demografiche o cliniche e nei punteggi della scale di valutazione cognitiva. I cambiamenti nella funzione cognitiva rispetto al basale dopo il trattamento con rivastigmina in pazienti con ipotensione ortostatica rispetto ai pazienti senza ipotensione ortostatica sono serviti come principale misura di esito.

La sicurezza complessiva è stata paragonabile tra i pazienti con ipotensione ortostatica (n = 288) e i pazienti senza (n = 730), sebbene i pazienti con ipotensione ortostatica nel braccio placebo abbiano manifestato un tasso di sincope maggiore (9,2%). Tuttavia, i pazienti con ipotensione ortostatica avevano una frequenza più alta di sincope nel braccio placebo (9,2%), fanno notare Espay e colleghi.

Cambiamenti positivi nelle scale di valutazione cognitiva
I punteggi ADAS-Cog sono migliorati di un margine maggiore alla settimana 24 nei pazienti con ipotensione ortostatica rispetto ai pazienti senza (5,6 vs 1,9 punti; P = 0,0165).
I punteggi della Mini-Mental State Examination sono migliorati anche tra i pazienti con ipotensione ortostatica che hanno ricevuto rivastigmina rispetto al placebo (2,2 vs -0,7 punti; P <0,001).

I pazienti con ipotensione ortostatica che sono passati dal placebo alla rivastigmina alla settimana 48 hanno visto un miglioramento dei punteggi ADAS-Cog (3,2 contro -1,1), sebbene questo dato non fosse significativo.

Alla settimana 76, i ricercatori hanno osservato un cambiamento significativamente maggiore rispetto al basale nei punteggi MDRS tra i pazienti con ipotensione ortostatica, ma solo in 42 pazienti che hanno ricevuto capsule di rivastigmina rispetto a 35 pazienti che hanno ricevuto un cerotto transdermico (10,6 +/- 2,9 vs -1,5 +/- 3 ; P = 0,031). In particolare, Espay e colleghi non hanno osservato differenze in termini di effetto cognitivo per il cerotto di rivastigmina in pazienti con e senza ipotensione ortostatica.

Risultati rilevanti ai fini clinici
«Siamo rimasti davvero sorpresi dai risultati di questa analisi. La nostra ipotesi era che i pazienti con ipotensione ortostatica avrebbero avuto meno o nessun beneficio dalla rivastigmina rispetto a quelli senza, dato l’effetto dannoso dell’ipotensione sulla funzione cognitiva» affermano i ricercatori. «Tuttavia, abbiamo trovato l’esatto opposto: l’entità del beneficio cognitivo era significativamente maggiore in quelli con ipotensione ortostatica rispetto a quelli senza».

«Questi risultati sono rilevanti» secondo Espay e colleghi. «Gli individui con demenza da PD e ipotensione ortostatica possono infatti essere candidati migliori per la rivastigmina di quanto precedentemente riconosciuto».

Riferimento bibliografico:
Espay AJ, Marsili L, Mahajan A, Sturchio A, Pathan R, Pilotto A, Elango DS, Pezous N, Masellis M, Gomez-Mancilla B. Rivastigmine in Parkinson’s Disease Dementia with Orthostatic Hypotension. Ann Neurol. 2020 Oct 5. doi: 10.1002/ana.25923. Epub ahead of print. leggi

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