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Nuove chiusure: pasticcerie e gelaterie in ginocchio

Nuove chiusure: pasticcerie e gelaterie in ginocchio

La denuncia della CGIA di Mestre dopo le nuove chiusura anticipate previste dal Dpcm: migliaia di pasticcerie e gelaterie rischiano di non riaprire più

Il nuovo lockdown approvato quest’oggi non interesserà solo bar, pizzerie  e ristoranti, ma anche 18.200 gelaterie e pasticcerie appartenenti al settore dell’artigianato che in Italia danno lavoro a oltre 50 mila addetti.

La preoccupazione per la tenuta economica ed occupazionale di queste attività è molto elevata, a dirlo è la CGIA. Segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo: “La salute delle persone va sempre messa al primo posto, ma anche il futuro di molte gelaterie e pasticcerie artigiane è a rischio. Con l’obbligo della chiusura anticipata corriamo il pericolo che nel giro di qualche mese tante imprese a conduzione familiare siano destinate a chiudere definitivamente. Per evitare tutto ciò è necessario che il Governo intervenga tempestivamente, prevedendo contributi a fondo perduto immediati, moratoria fiscale e contributiva, almeno fino alla fine dell’anno, e istituzione di una corsia preferenziale per la presentazione della domanda e il pagamento della cassaintegrazione per tutti i dipendenti di questo settore”.

La CGIA, infine, ricorda che all’inizio del 2021  tutti i settori produttivi, compresi il commercio e l’artigianato, oltre agli effetti economici negativi generati dalla pandemia saranno sottoposti anche alle nuove regole europee in materia di credito. Una misura che certamente penalizzerà soprattutto le Pmi. Afferma il segretario Renato Mason:

“Per evitare gli effetti negativi dei crediti deteriorati sui bilanci delle banche, Bruxelles ha imposto a queste ultime l’azzeramento in 3 anni dei crediti a rischio non garantiti e in 7-9 anni per quelli con garanzia reali. E’ evidente che l’applicazione di questa misura, in buona sostanza, indurrà moltissimi istituti di credito ad adottare un atteggiamento di estrema prudenza nell’erogare i prestiti, per evitare di dover sostenere delle perdite in pochi anni. Insomma, per tantissime Pmi un nuovo credit crunch è ormai dietro l’angolo”.

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