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Scompenso cardiaco: omecamtiv mecarbil allunga la vita

In Italia si stima un totale di circa 130mila pazienti affetti da patologie autoimmuni con difficoltà di accesso ai farmaci biologici

Scompenso a frazione d’eiezione ridotta: omecamtiv mecarbil prolunga il tempo di vita o al ricovero ma i risultati sono sotto le attese

Nel corso delle sessioni scientifiche dell’AHA 2020 (American Heart Association) sono stati presentati I ‘topline results’ dello studio di fase 3 GALACTIC-HF, condotto  con omecamtiv mecarbil in pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta (HFrEF).

I risultati di GALACTIC-HF mostrano che il trattamento con omecamtiv mecarbil ha raggiunto l’endpoint composito primario di efficacia, riducendo la quantità di tempo prima che i pazienti morissero o necessitassero di un trattamento per l’insufficienza cardiaca dell’8% rispetto al placebo.

Ha cioè dimostrato un effetto statisticamente significativo nel ridurre la morte cardiovascolare (CV) o gli eventi di insufficienza cardiaca (ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e altri trattamenti urgenti per insufficienza cardiaca) rispetto al placebo nei pazienti trattati con standard di cura (HR: 0,92; IC 95%: 0,86, 0,99, p = 0,0252).

Non è stato invece soddisfatto l’endpoint secondario di riduzione di morte CV. Gli eventi avversi, inclusi gli eventi cardiaci ischemici maggiori, erano bilanciati tra i bracci di trattamento. Ulteriori analisi dei dati sono in corso.

Il meccanismo d’azione del farmaco: l’aumento della contrazione cardiaca
Omecamtiv mecarbil è un attivatore sperimentale della miosina cardiaca, il primo di una nuova classe di miotropi progettati per colpire direttamente i meccanismi contrattili del cuore, legandosi e reclutando più teste di miosina cardiaca per interagire con Ii filamenti di actina durante la sistole, senza aumentare le concentrazioni di calcio nei miociti intracellulari o il consumo di ossigeno miocardico.

La miosina cardiaca è la proteina motoria citoscheletrica nella cellula del muscolo cardiaco che è direttamente responsabile della conversione dell’energia chimica nella forza meccanica risultante in contrazione cardiaca.

Omecamtiv mecarbil è stato sviluppato da Cytogenetics. La società ha collaborato con Amgen nel 2006 per sviluppare farmaci per l’insufficienza cardiaca e la Big Biotech ha successivamente concesso in licenza i diritti globali di omecamiv mecarbil. Nel 2013, la farmaceutica francese Servier ha acquisito i diritti per commercializzare il farmaco in Europa.

Il protocollo dello studio GALACTIC-HF
GALACTIC-HF (Global Approach to Lowering Adverse Cardiac Outcomes Through Improving Contractility in Heart Failure), uno dei più grandi studi sugli esiti cardiovascolari globali di fase 3 sull’insufficienza cardiaca mai condotti, ha arruolato per un massimo di quattro anni (208 settimane) in 35 paesi 8.256 pazienti con HFrEF, classe NYHA (New York Heart Association) II-IV, frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) </=35%, peptidi natriuretici elevati e ricovero in corso per insufficienza cardiaca o anamnesi di ricovero o visita al pronto soccorso per insufficienza cardiaca entro un anno.

L’obiettivo era vedere se omecamtiv mecarbil potesse aiutare a evitare ricoveri o altri trattamenti urgenti per HFrEF e mantenere i pazienti in vita più a lungo. I pazienti sono stati randomizzati a un placebo orale o a una dose iniziale di 25 mg di omecamtiv mecarbil due volte al giorno (dose di mantenimento di 50 mg, 37,5 mg o 25 mg due volte al giorno) in base alla selezione della dose guidata dalla farmacocinetica.

Un esame del sangue, il test immunologico QMS Omecamtiv Mecarbil (il test OM), è stato utilizzato per misurare i livelli plasmatici di omecamtiv mecarbil in ciascun paziente al fine di guidare la selezione della dose di mantenimento appropriata.

L’endpoint composito primario di questo studio in doppio cieco, controllato con placebo e guidato dagli eventi era il tempo alla morte CV o al primo evento di insufficienza cardiaca (ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e altri trattamenti urgenti per l’insufficienza cardiaca).

Gli endpoint secondari erano: tempo al decesso cardiovascolare, esiti riportati dai pazienti (misurati dal Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire [KCCQ] Total Symptom Score [TSS]), tempo al primo ricovero per insufficienza cardiaca e tempo alla morte per tutte le cause.

Primi giudizi in attesa dell’analisi completa dei dati
«I risultati osservati in GALACTIC-HF migliorano la comprensione del trattamento dell’insufficienza cardiaca, una malattia devastante in cui metà dei pazienti con scompenso cardiaco morirà entro cinque anni dal ricovero iniziale» ha affermato David M. Reese, vicepresidente esecutivo della Ricerca e Sviluppo ad Amgen. «In Amgen, restiamo impegnati nello sviluppo e nella fornitura di farmaci trasformativi che migliorano la vita dei pazienti con malattie cardiovascolari».

«GALACTIC-HF fornisce informazioni sugli effetti associati al targeting della contrattilità del muscolo cardiaco con omecamtiv mecarbil per il trattamento di pazienti con HFrEF» ha affermato Fady I. Malik, vicepresidente esecutivo di Ricerca e sviluppo di Cytokinetics. «Siamo grati ai ricercatori dello studio, al personale del sito, ai pazienti e agli operatori sanitari che hanno partecipato allo studio, e non vediamo l’ora di ulteriori analisi dei dati e la presentazione dei risultati di questo studio di Fase 3 alle sessioni scientifiche dell’American Heart Association».

«L’insufficienza cardiaca è una condizione devastante che mette a repentaglio la vita dei pazienti ogni giorno. Siamo lieti di aver collaborato con Amgen e Cytokinetics a uno dei più grandi studi sull’insufficienza cardiaca mai condotti per studiare questa nuova terapia in pazienti con insufficienza cardiaca. È importante ora rivolgere la nostra attenzione all’analisi completa dei dati di questo importante studio in questo contesto clinico» ha affermato Claude Bertrand, vicepresidente esecutivo R&D di Servier.

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