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Il Fuoco di Sant’Antonio colpisce anche i bimbi

Un modello 3D per studiare la relazione tra Alzheimer e Herpes: modello tridimensionale di cellule staminali neurali messo a punto da ricercatori USA

Il Fuoco di Sant’Antonio è tipico degli adulti, ma colpisce anche i bambini: l’esperto parla di questo virus della famiglia degli Herpes

Il Fuoco di Sant’Antonio, definito in termini medici Herpes Zoster, è una malattia infettiva causata dalla riattivazione del virus della varicella (Virus Varicella-Zoster VZV). Questo virus, della famiglia degli Herpes, ha la capacità di restare latente nel tessuto nervoso e di riattivarsi anni dopo causando manifestazioni cutanee specifiche e forte dolore.

Ne parla Carlo Gelmetti, Direttore della Dermatologia Pediatrica del Policlinico di Milano.

Quali sono le cause del Fuoco di Sant’Antonio?

La causa della malattia è la riattivazione del virus della varicella: quindi, per prima cosa, bisogna aver avuto la varicella. Si calcola che circa il 90% della popolazione si ammali di varicella, ma solo nel 10% dei casi si ha sua riattivazione. In linea generale, la varicella è una malattia tipica dell’infanzia, mentre l’Herpes Zoster, colpisce quasi sempre persone adulte e anziane. Non è raro però che anche bambini e adolescenti, anni dopo aver avuto la varicella, presentino l’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio. Questo succede perché come tutti i virus della famiglia degli Herpes, la loro ricomparsa è legata a una temporanea diminuzione delle difese immunitarie. Situazioni di stress sia emotivo (un periodo difficile dopo un trauma o un dispiacere) sia ambientale (troppo caldo, troppo sole) possono interferire con la normale risposta immunitaria e consentire al virus di riattivarsi. Inoltre, anche l’utilizzo di alcuni medicinali e terapie come chemioterapici, radioterapia e farmaci immunosoppressori, possono favorire la comparsa della malattia poiché abbassano le difese immunitarie.

L’Herpes Zoster si manifesta come la Varicella?

No, nonostante il virus sia lo stesso, le manifestazioni sono differenti, portando a due malattie dal punto di vista clinico molto diverse. La varicella, infezione primaria del virus si presente con macchie rosse diffuse su tutto il corpo che nel giro di pochi giorni si trasformano in vescicole. Spesso prudono, ma se non grattate si “asciugano” lasciando delle crosticine che si staccano da sole senza lasciare segni. In genere la varicella è associata a febbricola e malessere generale. L’Herpes Zoster, invece, colpisce alcune zone del corpo in base al ganglio* nervoso in cui il virus si era ‘rintanato’: il virus, infatti, per ‘nascondersi’ dagli anticorpi si ‘rifugia’ in queste formazioni nervose periferiche. Questa infezione è caratterizzata da piccole vescicole molto vicine fra loro e distribuite in grappoli, a differenza della varicella dove l’eruzione è diffusa, e dolore intenso dovuto al coinvolgimento diretto del nervo.


*I gangli sono paragonabili a stazioni di neuroni che si trovano al di fuori del sistema nervoso centrale. Costituiscono dei veri e propri centri nervosi dislocati in periferia che danno origine a fibre nervose con specifiche funzioni a seconda del tipo di ganglio (es: gangli cerebrospinali: raccolgono stimoli percepiti da sensori posti nella pelle, negli organi di senso, nelle mucose e nei visceri).


Quali sono i sintomi tipici del Fuoco di Sant’Antonio?

Sono molto variabili perché dipendono dalla zona interessata, dalla età del paziente (più l’età è avanzata più i fastidi e i dolori sono presenti*) e dalle sue condizioni generali di salute. Ad esempio, se la riattivazione del virus avviene a livello del capo si ha soprattutto emicrania, mentre se è a livello del torace il dolore sarà di tipo intercostale, se colpisce una gamba può essere scambiato per una sciatica e così via. Sicuramente, un sintomo comune è la sensazione di fastidio nell’area interessata che precede di ore o giorni la comparsa delle lesioni tipiche sulla pelle e cioé, un grappolo di vescicole su fondo arrossato che segue la distribuzione cutanea del nervo interessato. Va precisiato, inoltre, che all’inizio della malattia il virus sta ‘viaggiando’ nel nervo e non è ancora arrivato in superficie: durante questo periodo, quindi, la diagnosi è molto difficile dato che non si vede ancora niente sulla pelle. La diagnosi, in questa fase, è spesso quella di una semplice nevrite (infiammazione dei nervi). Ma, in pochissimi giorni, la comparsa localizzata delle vescicole, rende la diagnosi chiara. Infine, visto il coinvolgimento del sistema nervoso questo fastidio può trasformarsi in dolore, anche molto forte.


* Nei pazienti molto anziani e/o con uno stato immunitario compromesso, il dolore può essere molto forte e richiedere pertanto un consulto con il neurologo per la somministrazione di farmaci “ad hoc”. Inoltre, se la terapia non è prontamente somministrata, può succedere che il dolore si estenda oltre alla zona interessata dalle vescicole cutanee (dolore post-zosteriano)

Sintomi dell’infezione da Herpes Zoster:

Herpes Zoster: come avviene la diagnosi e come si cura? È possibile prevenirne la comparsa?

La manifestazione cutanea e il dolore, entrambi monolaterali, consentono di diagnosticare il Fuoco di Sant’Antonio con una semplice visita. Un esame citologico che richiede pochi minuti, mette in evidenza delle cellule caratterisithce (cellule ballonizzanti). Più sofisticata è la ricerca del DNA virale mediante PCR, una tecnica di biologia molecolare che consente di studiare gli acidi nucleici del DNA. L’infezione da Herpes Zoster generalmente, come per la varicella, guarisce spontaneamente. Tuttavia, è possibile utilizzare dei farmaci per ridurre i sintomi come antidolorifici, antinfiammatori, impacchi freddi, ma, soprattutto, è importante iniziare prima possibile la somministrazione di farmaci antivirali per bloccare la replicazione virale. Il farmaco d’elezione, come per tutti gli Herpes, è l’Aciclovir e i suoi derivati. L’Herpes Zoster però, rispetto ad altri Herpes come il Simplex, ha una resistenza ai farmaci 4 volte maggiore e questo porta a dover adeguare la terapia con dosaggi quadruplicati.

A differenza dell’Herpes Simplex dove le recidive sono numerose, nell’Herpes Zoster le recidive sono rare. Dopo un primo vaccino con risultati abbastanza deludenti, è ora disponibile un secondo vaccino che vanta caratteristiche migliori, anche se non sappiamo ancora il livello di protezione e, soprattutto, la sua durata. Precauzionalmente, è buona norma evitare contatti diretti con i pazienti infetti.

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