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La linea B-Switch conquista anche Vogue

La linea B-Switch conquista anche Vogue

I vestiti B-Switch “made in Bolognina” sono arrivati fin su Vogue: la linea di abbigliamento è nata da un progetto che ha coinvolto 40 ragazzi

Quante volte capita di partecipare ad un progetto scolastico di mesi, vedere che ha ‘successo’ (tanto da finire su Vogue), ma poi ritrovarsi con una pacca sulla spalla accompagnata da qualche complimento? Non vuole fare la stessa fine B-Switch, linea di abbigliamento ‘street’ ideata da un gruppo di studenti di Bologna, anzi, della Bolognina. Non è un caso che questo progetto nasca nel cuore del quartiere Navile: la zona che si sviluppa dietro la stazione ferroviaria infatti è crocevia di generazioni e etnie, culture e sottoculture popolari e autentiche. E’ in questo ‘melting pot’ bolognese che è stata pensata e lanciata la linea di abbigliamento dedicata e che appunto ha attirato la curiosità di Vogue che ha dedicato alla novità un articolo. B-switch nasce dal progetto Freewear accademy-design, moda e culture urbane, avviato lo scorso anno coinvolgendo circa 40 ragazzi, dai 15 ai 18 anni, che vivono o frequentano la Bolognina e che oggi vogliono dare un futuro concreto alla loro iniziativa. Il nome è l’unione di ‘B’, che sta per Bolognina, e ‘switch’, dall’inglese ‘cambiare’, a indicare come siano i vestiti ad adattarsi al corpo di chi li indossa, non viceversa.

La collezione si compone di 14 capi streetwear “adatti a tutti i corpi e tutti i generi, per far sì che si chiunque si possa sentire a proprio agio indossandoli e per questo è unisex, o meglio, senza genere”, spiega Anna Romani, co-fondatrice di Baumhaus, che promuove il progetto insieme all’ente di formazione Ciosf. I colori predominanti sono il giallo e il nero, per i ragazzi rappresentano il ‘calore’ della Bolognina. La collezione B-switch sarà presentata in anteprima sabato sera in una sfilata al parco del Dopo lavoro ferroviario (Dlf) e l’evento “sarà un test per capire qual è l’interesse effettivo verso il progetto” e pensare, appunto, a come continuare.

“Ci piacerebbe tanto che questo progetto avesse un futuro e vorremmo capire come continuare, anche dando vita ad un modello di impresa- dice Elisa Mengoli, studentessa dell’Itc Rosa Luxembourg e componente del ‘gruppo comunicazione’ B-Switch- vorremmo che passasse il messaggio che siamo dei giovani che si sono dati da fare, realizzando qualcosa di concreto per altri giovani”. Per gli studenti questo non è “un punto di arrivo, ma un inizio”, aggiunge Jasmine. Oltre ad essere ‘inclusivi’, i vestiti di B-switch sono anche sostenibili: magliette, felpe e bandane sono stati progettati insieme ad Etik Weat, linea di moda basata sulla sostenibilità ambientale e il rispetto del lavoro delle persone e per questo le t-shirt B-switch sono 100% in cotone biologico (la felpa 80%). Ma B-switch, per i ragazzi che hanno preso parte al progetto, non significa solo aver ideato dei vestiti, ma aver davvero messo in pratica la teoria che si studia a scuola. Il progetto infatti è durato un anno e i giovani hanno collaborato tra loro suddivisi in gruppi, da quello di progettazione a quello grafico, dal gruppo comunicazione (social, video) a quello della gestione del budget.

“Fin da piccola ho voluto lavorare nel mondo dell’economia unita alla moda, e qui ho imparato a muovere i primi passi nel settore del fashion business, imparando anche come impostare e gestire una campagna di crowdfunding”, spiega alla Dire (www.dire.it) un’altra ragazza che ha curato la raccolta fondi online in collaborazione con la piattaforma School Raising. I fondi (oltre 2.000 euro), serviranno a finanziare l’evento di sabato sera e a stampare un libro-pubblicazione del progetto, oltre che un portfolio personale per tutti i partecipanti del progetto, oggi più che mai fondamentale per presentarsi nel mondo del lavoro. L’evento di sabato sera è organizzato in collaborazione con la compagnia teatrale Cantieri Meticci e il laboratorio artistico Checkpoint Charly e sarà aperto da una poster-wall in collaborazione con il collettivo Bologna Stickers. Tutte queste realtà rappresentano l’animo e la filosofia che muove la Bolognina, e B-switch, come sottolinea il presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara, è importante perchè ha “messo in rete” tutte queste dimensioni che rendono ‘viva’ questa particolare zona di Bologna.

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