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Di Battista, la rinuncia al ministero e la Boschi: i retroscena

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La versione di Di Battista che svela retroscena del passato: “Rinunciai a un ministero per impedire la Boschi al governo”

Io non volevo il governo con il Pd e suggerii delle alternative che non erano tornare al voto”. Lo ha detto l’ex deputato pentastellato, Alessandro Di Battista, durante la registrazione di ‘Accordi e Disaccordi’, il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi sul Nove tutti i venerdi’ alle 22.45.

“Poi c’e’ stato il Covid, questo governo si e’ comportato in maniera piu’ che dignitosa – afferma – anzi ottima per quanto riguarda l’emergenza sanitaria. E poi si e’ andato avanti. Per questo e’ il trapassato remoto. Mi interessa ora guardare avanti anche per la salute del Movimento 5 stelle”.

Se mi interessa che questo governo prosegua? Assolutamente si’“, dichiara Di Battista.

“Per quanto riguarda un’alleanza strutturale e organica con il Pd – afferma ancora -, questo finira’ per indebolire il Movimento 5 Stelle e al ritorno del bipolarismo. Questo sara’ estremamente negativo soprattutto per il M5S. Se si andra’ verso una legge elettorale proporzionale, e’ evidente che si debbano rafforzare le singole identita’ dei vari partiti”.

Di Battista racconta poi la sua versione sulla formazione del governo: “Luigi Di Maio mi chiese di entrare nella squadra di governo. Avevo delle perplessita’, ma dissi: ‘D’accordo per il bene del Movimento, lo faccio’. Poi ci fu un veto del Pd e mi dissero che doveva entrare anche la Boschi. Metto da parte i miei progetti di vita – prosegue nel racconto -, che consistono nel mio lavoro, e mi onoro del fatto di non campare di politica, e dissi che ero disposto a entrare nel governo’”.

Secondo l’attivista romano le cose andarono cosi’: “Mi venne detto che il Pd aveva posto un veto sulla mia persona, il che tra l’altro neanche mi dispiacque. Inoltre posero la condizione che se fossi entrato io, doveva entrare anche la Boschi. Allora risposi, solo per il bene del Movimento: ‘Se deve entrare anche la Boschi, sarebbe un disastro, mi faccio da parte’. Luigi (Di Maio ndr) mi disse: ‘Anche questo ti fa onore’. Per cui anche la litania per la quale non mi voglio mai sporcare le mani, non voglio mettermi in gioco, non e’ corretta”, aggiunge Di Battista.

Ma le paure di Di Battista sono per il futuro, spiega la Dire (www.dire.it): “Tra due anni si votera’ la fine di questa legislatura, se i cittadini percepiranno che il M5S e il Pd dovessero essere molto simili, questo portera’ ad un indebolimento del Movimento ed e’ quello che vogliono proprio quelli del Partito democratico. E cosi’ si arrivera’ ad una riduzione da forza politica di massa, che ha convinto milioni di italiani sulla logica del cambiamento, ad un partito piccolo non piu’ buono al cambiamento. Avallare il voto disgiunto altrimenti vincono gli altri e’ una logica alla lunga perdente”.

“Se faro’ il politico 24 ore su 24? Se dagli Stati Generali del M5S dovesse uscire una linea maggioritaria, che rispetterei, evidentemente prenderei delle altre strade. Io- conclude- non ho degli incarichi di governo, per quanto mi riguarda la politica significa solo Movimento 5 Stelle. Per ora e’ inutile fare una politica dei se e dei ma”.

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