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Vitamina D: dopo il lockdown possibile carenza nei bimbi

Vitamina D: consumi in calo del 30% dopo la Nota 96, serve una strategia di prevenzione. A rischio anziani e donne in gravidanza

Possibile carenza di vitamina D nei bambini dopo il lockdown secondo la SIPPS: i pediatri avvisano i genitori sull’importanza della profilassi

“Il prossimo inverno avremo in circolo meno scorte di vitamina D a causa del fatto che nel periodo del lockdown siamo stati meno esposti al sole. Quindi quest’anno i pediatri dovranno prestare più attenzione, perché è probabile che un maggior numero di bambini raggiunga una situazione di carenza che potrebbe poi dare problemi soprattutto a livello osseo, tanto negli adolescenti quanto nei bambini in età scolare”. A fotografare lo stato di salute degli italiani è Francesco Vierucci, pediatra della Struttura complessa di Pediatria dell’Ospedale San Luca di Lucca, che prenderà parte a ‘Napule è… pediatria preventiva e sociale’. La tre giorni di eventi, dal 18 al 20 settembre, dedicati alla prevenzione, allergologia, dermatologia, nutrizione e gastroenterologia in età pediatrica, e promossi dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS) in live streaming sulla piattaforma digitale Health Polis, iDea Congress.
‘Novità sulla profilassi con vitamina D: dalla mamma all’adolescente’ sarà il titolo dell’intervento che Vierucci terrà sabato 19 settembre insieme a Giuseppe Saggese, direttore responsabile di Ripps, la rivista ufficiale della SIPPS.
“Nel nostro Paese la sintesi cutanea di questa vitamina diventa efficace da marzo, praticamente proprio nei tre mesi in cui quest’anno siamo stati chiusi in casa. Pertanto- spiega il medico- tutti i bambini che necessariamente sono stati meno esposti al sole meritano di fare la profilassi con vitamina D. Si tratta di una profilassi a dosaggi fisiologici giornalieri assolutamente raccomandati, per cui non è necessario andare a misurare il livello vitaminico presente, a meno che non ci siano nei bambini dei sintomi carenziali clinici evidenti- puntualizza Vierucci- ma in questo caso è il medico a doverlo riscontare”.
VITAMINA D E CORONAVIRUS– Di vitamina D si è parlato molto anche nel periodo della pandemia perché si era ipotizzata una possibile relazione tra stato vitaminico e malattia da Covid-19. “Su questo punto i dati effettivamente disponibili sono pochi- precisa Vierucci- ci sono state, però, delle prese di posizione da parte di importanti società internazionali. Diciamo che al momento non si può ritenere che la profilassi con vitamina D possa essere una reale ed efficace strategia di prevenzione di Covid-19 o di trattamento della malattia. I pochi studi pubblicati- fa sapere il pediatra- suggeriscono un’associazione tra carenza grave e peggior risoluzione della malattia. Ma non è una relazione causa-effetto, è un’associazione”. La cosa certa è che “lo stato vitaminico regola l’immunità- conclude Vierucci- dunque è assolutamente corretta l’indicazione di cercare di garantire a tutti i soggetti i fabbisogni giornalieri di vitamina D raccomandati per età”.
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