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Argentina: il tango in crisi per il Covid-19

Argentina: il Covid-19 manda il tango in crisi. Gli artisti invocano aiuti, dito puntato contro Buenos Aires

Argentina: il Covid-19 manda il tango in crisi. Gli artisti invocano aiuti, dito puntato contro Buenos Aires

“Il tango e’ in emergenza”. E’ questo il grido lanciato da numerose associazioni e musicisti indipendenti, che chiedono al governo argentino e all’amministrazione della capitale Buenos Aires maggior sostegno pubblico per una delle piu’ conosciute manifestazioni della cultura del Paese nel mondo, duramente colpita da cinque mesi di chiusure imposte dal governo per arginare la diffusione del Covid-19.

La crisi che ha colpito tutto il settore della cultura argentina infatti, non ha risparmiato le milonga, i caratteristici luoghi di ritrovo un tempo tipici dei quartieri popolari, dove il tango si balla e si suona.

A provocare ancora piu’ malcontento nei musicisti e nei ballerini, la decisione di organizzare in versione online una delle piu’ importanti rassegne del genere al mondo: TangoBa, Festival y Mundial. A detta di molti, come riferisce il quotidiano locale Pagina12, e’ una scelta fatta alle spalle della comunita’ di artisti da parte dell’amministrazione della capitale, guidata da Horacio Rodriguez Larreta.

“Ci hanno lasciato in uno stato di abbandono totale” ha lamentato ai microfoni dell’emittente regionale TeleSur, Julio Bazan, a capo della Asociacion organizadores de milonga.

“Il tango ha bisogno di un respiratore per continuare a vivere – prosegue Bazan come riferisce la Dire (www.dire.it) – e l’unico vaccino contro questa crisi e’ far gestire i budget agli artisti e alle artiste del tango”. La compositrice e artista Patricia Malanca lamenta invece sempre a TeleSur “la riposta inesistente” dell’amministrazione della capitale di fronte ai problemi dei lavoratori del settore.

Malanca ha pero’ lodato la risposta a livello nazionale del presidente Alberto Fernandez, che “e’ stato molto rapido” nell’aiutare con sussidi “non solo i tangheri ma tutti i lavoratori della cultura”.

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