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Piene in Africa: un aiuto dai prodotti satellitari

Prodotti satellitari per la previsione delle piene in Africa: il progetto "SMOS+Rainfall" finanziato da ESA e Cnr

La stima della pioggia è un dato importantissimo per meteorologi, idrologici, gestori delle risorse idriche e legislatori ambientali. Tuttavia, la sua misurazione alle scale spaziali e temporali rilevanti rimane una sfida. L’umidità del suolo può essere vista come l’impronta della pioggia e, di conseguenza, è utile per fornire la stima della pioggia. Nell’ambito del progetto “SMOS+Rainfall”, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi) di Perugia in collaborazione con l’Università di Grenoble, l’Università di Tolosa e il CNRS, ha sviluppato nuovi prodotti di pioggia che sfruttano i dati satellitari di umidità del suolo per ottenere stime più accurate e prevenire le piene.

L’utilità di questi nuovi prodotti è stata dimostrata nel recente studio pubblicato su Scientific Reports, dove vengono utilizzati per la previsione delle piene in bacini dell’Europa e dell’Africa. In particolare, viene mostrato chiaramente che i nuovi prodotti di pioggia risultano migliori dei prodotti basati su osservazioni a terra e su modelli in Africa, dove le stazioni di misura sono poche.

Il beneficio del segnale di umidità del suolo nella stima delle precipitazioni è particolarmente rilevante per la previsione delle piene in ambienti semiaridi come il Sahel, in quanto aiuta a migliorare l’accuratezza in termini di distribuzione spaziale e a ridurre gli errori quantitativi dei prodotti di pioggia classici a causa della natura convettiva delle precipitazioni in quest’area.

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