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L’antipsicotico lumateperone ha un minore rischio cardiometabolico

L'uso regolare di antidepressivi può ridurre il rischio di complicanze del diabete secondo i risultati di uno studio taiwanese

L’antipsicotico lumateperone sembra avere meno effetti cardiometabolici avversi rispetto alla cura standard con risperidone: i dati di un nuovo studio

Una nuova ricerca, i cui risultati sono stati presentati alla Conferenza virtuale 2020 dell’American Society of Clinical Psychopharmacology (ASCP) 2020, suggerisce che un antipsicotico ‘first-in-class’ recentemente approvato – lumateperone – sembra avere meno effetti cardiometabolici avversi rispetto alla cura standard con risperidone.

Lumateperone è stato approvato nel dicembre scorso dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento della schizofrenia e attualmente in sviluppo per il disturbo bipolare e altre indicazioni neurologiche. Il farmaco agisce sinergicamente attraverso i sistemi serotoninergico, dopaminergico e glutamatergico.

Nelle analisi post hoc di due studi controllati randomizzati a breve termine più uno studio a lungo termine open-label – esposte all’ASCP 2020 –  i pazienti con schizofrenia trattati con lumateperone avevano tassi ridotti di sindrome metabolica, rispetto alle loro controparti che assumevano placebo o l’antipsicotico risperidone.

Negli studi a breve termine, i tassi di sindrome metabolica erano simili tra i gruppi al basale, ma alla fine di 4 e 6 settimane di trattamento, il 25% dei pazienti che assumevano lumateperone non ha più soddisfatto i criteri per sindrome metabolica. Una scoperta simile si è verificata nel 36% dei pazienti nello studio di un anno open-label.

«Uno dei principali vantaggi che abbiamo trovato durante lo sviluppo del farmaco è stato che ha un profilo molto favorevole per quanto riguarda i cambiamenti di peso e altri parametri associati al rischio di malattie cardiovascolari, come valori elevati di glicemia e lipidemia» ha detto il ricercatore principale Andrew Satlin, responsabile medico presso la Intra-Cellular Therapies di New York, azienda sviluppatrice del farmaco.

«Abbiamo pertanto cercato di vedere se i cambiamenti che avevamo visto potessero avere un impatto sullo sviluppo o sulla risoluzione della sindrome metabolica nei pazienti che abbiamo incluso nei nostri studi» ha spiegato.

Fattore-chiave, la riduzione della colesterolemia
Gli studi a breve termine comprendevano 511 pazienti assegnati in modo randomizzato a ricevere lumateperone 42 mg (n = 256 pazienti) o risperidone 4 mg (n = 255 pazienti).
Al basale, i tassi di sindrome metabolica erano 16% nel gruppo lumateperone e 19% nel gruppo risperidone. Alla fine del trattamento, la sindrome metabolica era meno comune nel gruppo lumateperone (13%) rispetto al gruppo trattato con risperidone (25%).

Inoltre, il 46% dei pazienti che assumeva lumateperone con sindrome metabolica al basale non la aveva più alla fine del periodo di studio, rispetto al 25% dei pazienti in trattamento con risperidone. Inoltre, un numero maggiore di pazienti che assumevano risperidone – rispetto a quelli trattati con  lumateperone – hanno sviluppato sindrome metabolica durante il trattamento (13% contro 5%).

Le differenze nei tassi di conversione della sindrome metabolica sono sembrate essere guidate da maggiori riduzioni del colesterolo totale con lumateperone rispetto a risperidone (–2,8 mg/dL vs 4,8 mg/dL) e di trigliceridi (–0,7 mg/dL vs 20,4 mg/dL). Con risperidone sono stati osservati anche aumenti maggiori della glicemia (7,7 mg/dL) che con lumateperone (0,9 mg/dL).

Lo studio a lungo termine ha incluso 602 pazienti con schizofrenia stabile. Tutti hanno ricevuto lumateperone 42 mg e 197 pazienti (33%) avevano sindrome metabolica al basale. Alla fine dello studio di 1 anno, 72 di questi pazienti (36%) non soddisfacevano più i criteri di per sindrome metabolica.

Profili di sicurezza ed efficacia molto positivi
«Lumateperone sembra essere l’antipsicotico più sicuro che abbiamo visto finora» ha detto Christoph U. Correll, professore di Psichiatria infantile e adolescenziale alla Charité Universitatsmedizin di Berlino, che è stato anche coinvolto in sperimentazioni cliniche con lumateperone.

«Sembra essere molto sicuro quando si tratta di parametri cardiometabolici e mostra una riduzione dei sintomi simile a risperidone. È certamente un agente che si dovrebbe prendere in considerazione, in particolare quando un paziente non può tollerare altri farmaci o non può garantire una piena aderenza alla terapia» ha aggiunto Correll.

Il profilo di sicurezza ed efficacia del farmaco lo renderebbe un buon candidato nei pazienti che iniziano un trattamento antipsicotico, in quanto può prevenire l’insorgenza di effetti collaterali metabolici, ha spiegato.

È ben noto, infatti, che gli antipsicotici atipici sono associati a rapidi cambiamenti metabolici avversi. Particolarmente i pazienti in fase iniziale e al primo episodio possono essere «molto sensibili» agli effetti collaterali di questi farmaci e spesso sperimentano un rapido aumento di peso e altri cambiamenti metabolici avversi, ha ricordato Correll. Lumateperone, ha aggiunto, può aiutare a evitare alcuni di questi fattori di rischio cardiometabolico.

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