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Sclerosi multipla: 2 ore per infusione di ocrelizumab

Nei pazienti con cancro del retto localmente avanzato, buoni risultati con l'aggiunta alla chemioradioterapia neoadiuvante del farmaco sperimentale galunisertib

Sclerosi multipla: ora bastano 2 ore per l’infusione di ocrelizumab. L’Agenzia europea dei medicinali ha approvato la nuova tempistica

L’Agenzia europea dei medicinali ha approvato un nuovo tempo di infusione di ocrelizumab di durata inferiore, pari a due ore, con somministrazione due volte all’anno, nei pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante o primaria progressiva. L’approvazione si basa sul parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Ema.

“L’approvazione dell’infusione in tempi ridotti di ocrelizumab consentirà di ridurre il tempo di permanenza del paziente al centro del 30-40%, accelerando questo momento di riorganizzazione delle attività del centro sclerosi multipla, ed impattando positivamente sulle risorse sanitarie in termini di costi e di tempo”, ha dichiarato il professor Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN) e Direttore della Prima Clinica Neurologica dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli.

“Con oltre 160.000 persone trattate con ocrelizumab in tutto il mondo, la brevità potrebbe aiutare sia i pazienti sia gli operatori sanitari a raggiungere l’obiettivo finale, che nella SM consiste nel rallentare la progressione della malattia” ha affermato Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “L’approvazione in Europa di un tempo di infusione di ocrelizumab di durata inferiore, pari a due ore, con somministrazione due volte all’anno, apporterà un ulteriore miglioramento all’esperienza di trattamento dei pazienti, incrementando al contempo la capacità dei sistemi sanitari”.

Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato disegnato per colpire le cellule B CD20-positive, un tipo specifico di cellula immunitaria che si ritiene sia uno dei maggiori responsabili del danneggiamento della mielina (isolamento e sostegno della cellula nervosa) e dell’assone (cellula nervosa).

L’approvazione si basa sui dati tratti dallo studio randomizzato in doppio cieco ENSEMBLE PLUS, dal quale è emerso che il tempo di infusione di ocrelizumab di due ore e il tempo convenzionale di 3,5 ore hanno fatto osservare reazioni correlate all’infusione (IRR) con frequenza e di severità sovrapponibili nei pazienti con SM recidivante-remittente (SMRR) (289 pazienti trattati con l’infusione di durata inferiore; 291 pazienti trattati con l’infusione convenzionale). La prima dose è stata somministrata in base al regime posologico approvato (due infusioni endovenose [e.v.] da 300 mg a distanza di due settimane l’una dall’altra), mentre la seconda dose o le dosi successive (infusione e.v. da 600 mg) sono state somministrate nell’arco di un periodo di tempo inferiore, pari a due ore.

L’endpoint primario dello studio era la percentuale di pazienti con IRR dopo la prima infusione randomizzata da 600 mg (frequenza/severità valutata durante l’infusione e 24 ore dopo). La frequenza delle IRR è risultata sovrapponibile tra i soggetti trattati con l’infusione di due ore (24,6%) e quelli trattati con l’infusione di 3,5 ore (23,1%). La maggior parte delle IRR è stata di intensità lieve o moderata e più del 98% si è risolto senza complicanze in entrambi i gruppi. Nessuna IRR si è rivelata.

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