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Fibrosi polmonare: nuova indicazione per nintedanib

La terapia tripla elexacaftor-ivacaftor-tezacaftor si associa a migliori benefici in pazienti affetti da fibrosi cistica che sono omozigoti per la mutazione Phe508del

Fibrosi polmonare: parere positivo del Chmp dell’Agenzia europea del farmaco per una terza indicazione di nintedanib per il trattamento della patologia

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha adottato un parere positivo che raccomanda un’indicazione aggiuntiva per il nintedanib negli adulti per il trattamento di malattie polmonari interstiziali fibrosanti croniche con un fenotipo progressivo. Il farmaco è già indicato per rallentare il declino della funzionalità polmonare in soggetti con fibrosi polmonare idiopatica  e con malattia interstiziale polmonare associata a sclerosi sistemica (SSc-Ild).

Le malattie polmonari interstiziali comprendono un ampio gruppo di oltre 200 disturbi che possono comportare la minaccia di fibrosi polmonare, una cicatrice irreversibile del tessuto polmonare che ha un impatto negativo sulla funzione polmonare.

Il parere si basa sui risultati positivi dello studio fase III INBUILD, il primo trial condotto per valutare il farmaco in soggetti adulti con un’ampia gamma di malattie polmonari interstiziali croniche da fibrosi polmonare (ILD) e un comportamento progressivo della malattia.
Nel trial, nintedanib ha rallentato del 57 per cento il declino della funzionalità polmonare, misurato come tasso annuo di declino della capacità vitale forzata (FVC).

Le malattie interstiziali polmonari fibrosanti comprendono, tra le altre, la polmonite da ipersensibilità cronica, malattie interstiziali polmonari fibrosanti, associate a malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e la sclerosi sistemica, malattie interstiziali polmonari fibrosanti associate a malattia mista del tessuto connettivo, sarcoidosi e forme idiopatiche di polmoniti interstiziali, come la polmonite interstiziale aspecifica e polmoniti interstiziali idiopatiche non classificate.

Le persone che vivono con ILD fibrosante possono sviluppare un fenotipo progressivo, che porta al declino della funzione polmonare, al deterioramento della qualità della vita e alla mortalità precoce simile a quelli con IPF, la forma più frequente di polmoniti interstiziali idiopatiche. Il decorso della malattia e i sintomi sono simili nelle forme progressive di ILD fibrosanti croniche, indipendentemente dalla diagnosi di ILD sottostante, e si stima che tra il 18% e il 32% dei pazienti con ILD non IPF sia a rischio di sviluppare un comportamento progressivo della malattia fibrosante.

Informazioni sullo studio INBUILD
INBUILD è il primo studio clinico nell’ambito delle malattie interstiziali polmonari fibrosanti a raggruppare i pazienti sulla base del comportamento clinico della loro patologia anziché della diagnosi clinica primaria.

Le malattie interstiziali polmonari fibrosanti comprendono un nutrito gruppo di oltre 200 patologie, che comportano il rischio di fibrosi polmonare, ossia la formazione irreversibile di tessuto cicatriziale a livello polmonare, che compromette la funzionalità dei polmoni.

I pazienti con malattie interstiziali polmonari possono sviluppare un fenotipo progressivo che causa fibrosi polmonare e comporta il declino della funzionalità respiratoria, il deterioramento della qualità di vita e mortalità precoce analogamente a quanto si osserva nella fibrosi polmonare idiopatica, la forma più frequente di polmonite interstiziale idiopatica. I sintomi e il decorso delle malattie interstiziali polmonari fibrosanti progressive sono simili indipendentemente dalla patologia sottostante.

Nello studio INBUILD nintedanib ha rallentato il declino della funzionalità polmonare del 57% nella popolazione complessiva allo studio, con un tasso annuo corretto di declino su 52 settimane di FVC -80,8 mL/anno rispetto a -187,8 mL/anno per il placebo (differenza di 107,0 mL/anno 5; p<0,001).1 Nintedanib ha dimostrato omogeneità di effetti sul declino della funzionalità polmonare nei pazienti che alla TAC ad alta risoluzione presentavano pattern di polmonite interstiziale comune (pattern UIP) o altri pattern fibrotici.  L’evento avverso più comune è stata la diarrea, riferita rispettivamente nel 66,9% e nel 23,9% dei pazienti trattati con nintedanib, e in quelli che hanno ricevuto il placebo.

L’effetto terapeutico di nintedanib nel rallentare il declino della FVC rispetto al placebo visto in INBUILD è stato coerente per tutti i pazienti, indipendentemente dal pattern fibrotico sulla tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) ed è stato anche coerente con i risultati di studi clinici su nintedanib che hanno studiato pazienti con IPF e SSc-ILD.

Nello studio, il nintedanib è stato associato a riduzioni numeriche del rischio di esacerbazione acuta o di morte in rapporto al placebo. Il beneficio del trattamento può anche essere accompagnato da un peggioramento ridotto degli esiti dichiarati dal paziente, come dispnea e tosse. Inoltre, il profilo di sicurezza osservato in INBUILD era coerente con quanto osservato in precedenza nei pazienti IPF e SSc-ILD trattati con nintedanib.

Il profilo di sicurezza osservato in INBUILD è stato in linea con quello riscontrato in precedenza in pazienti con fibrosi polmonare idiopatica o con malattia interstiziale polmonare fibrosante, associata a sclerosi sistemica trattati con nintedanib.

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