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Mascherina 1522 in farmacia, centri antiviolenza: nessun protocollo

Covid, mascherine efficaci solo in parte: in cotone riduce l'assorbimento fino al 40%, con la maschera N95 fino al 90%. I risultati di una ricerca giapponese

Chiedere la Mascherina 1522 in farmacia è inutile. I centri antiviolenza spiegano: “Nessun protocollo firmato con i farmacisti”

“In merito alla notizia riportata da diversi media ‘In farmacia chiedi la Mascherina 1522. La frase in codice per denunciare violenza domestica‘, D.i.Re Donne in rete contro la violenza, associazione nazionale che riunisce 81 organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio in 18 regioni, precisa che non e’ stato sottoscritto alcun protocollo d’intesa tra D.i.Re e l’Ordine dei farmacisti in merito a una eventuale procedura per intervenire a supporto di donne che in farmacia chiedano la ‘Mascherina 1522‘”. Cosi’ in una nota D.i.Re-Donne in Rete contro la Violenza.

“Un Protocollo d’intesa e’ stato firmato il 2 aprile tra il Dipartimento Pari opportunita’ e la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), Federfarma e Assofarm – continua la nota – L’iniziativa e’ finalizzata esclusivamente a ‘indirizzare le donne vittime di violenza e di stalking al 1522, al fine di avviare un percorso di uscita da situazioni di criticita’ in ambito domestico’. Le operatrici del 1522 possono a loro volta indirizzare le donne che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della rete D.i.Re, che sono tutti mappati nel servizio. Ma questa e’ cosa ben diversa che annunciare un protocollo d’intesa con i centri antiviolenza e illudere le donne che, pronunciando Mascherina 1522 vengano messe direttamente in contatto con il centro antiviolenza del territorio”.

Conclude D.i.Re, come riferisce l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it): “I centri antiviolenza della rete sono tutti rimasti attivi nel periodo di quarantena, hanno registrato un incremento delle richieste di supporto nel periodo compreso tra il 2 marzo e il 5 aprile del 74,5% rispetto all’ultima rilevazione statistica disponibilile (2018), e continueranno ad offrire supporto qualificato a tutte le donne che ne facciano richiesta anche nella fase 2″.

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