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Diabete di tipo 2: obesità maggior fattore di rischio

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Diabete di tipo 2: le persone obese sono risultate avere quasi sei volte più probabilità di sviluppare la malattia secondo un nuovo studio danese

Le persone obese sono risultate avere quasi sei volte più probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelle normopeso, e solo il doppio di probabilità se avevano un punteggio elevato di rischio genetico, secondo gli esiti di un ampio studio di coorte danese pubblicato sulla rivista Diabetologia.

Trattandosi di uno studio osservazionale, non dimostra che l’obesità provoca il diabete di tipo 2 e infatti sono molte le persone non obese che sviluppano questa malattia, tuttavia sono emerse delle associazioni decisamente rilevanti.

Uno studio osservazionale danese
La ricerca ha coinvolto oltre 4700 adulti con un’età media di 56,1 anni appartenenti alla Diet, Cancer and Health Cohort in Denmark che hanno sviluppato il diabete di tipo 2 durante un follow-up mediano di quasi 15 anni. Lo studio ha incluso anche una coorte selezionata casualmente di 5402 individui, 575 dei quali hanno sviluppato la patologia.

Per valutare la predisposizione genetica, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a genotipizzazione attraverso un punteggio di rischio che includeva 192 loci noti associati al diabete di tipo 2 ed escludeva quelli legati all’indice di massa corporea (BMI). Il 20% superiore è stato definito come rischio elevato, il 20% inferiore come basso rischio e il restante 60% come rischio intermedio.

Lo stile di vita è stato classificato come sfavorevole, intermedio o favorevole sulla base di questionari che hanno valutato l’abitudine al fumo, il consumo di alcol, l’attività fisica e la dieta. Complessivamente il 40% dei partecipanti conduceva uno stile di vita favorevole, il 34,6% uno stile di vita intermedio e il 25,4% uno stile di vita sfavorevole.

L’obesità è stata definita come un BMI di 30 o superiore, il sovrappeso come un BMI di 25 o superiore e il peso normale come un BMI inferiore a 25. Complessivamente, il 21,8% dei partecipanti era obeso, il 43% era in sovrappeso e il 35,2% era normopeso. In un’analisi di sensibilità in cui sono stati esclusi 62 soggetti sottopeso (BMI inferiore a 18,5), i risultati sono stati praticamente invariati, hanno affermato gli autori dello studio.

I ricercatori hanno utilizzato modelli di rischio proporzionale per valutare le associazioni di rischio genetico, obesità e stile di vita con il diabete di tipo 2 incidente. Hanno anche esaminato le interazioni del rischio genetico con l’obesità e lo stile di vita, senza rilevare interazioni significative tra il punteggio di rischio genetico e il BMI (p=0,35) o lo stile di vita (p=0,72) sul rischio di diabete di tipo 2.

Obesità più rischiosa della genetica e dello stile di vita
Le persone obese sono risultate avere quasi sei volte più probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelle normopeso, contro solo il doppio delle probabilità se avevano un punteggio elevato di rischio genetico rispetto a quelle con un rischio basso.

Nei soggetti con un basso punteggio di rischio genetico e uno stile di vita favorevole, l’obesità è stata associata a un aumento di oltre 8 volte del rischio di diabete, mentre quelli obesi con punteggi elevati di rischio genetico e uno stile di vita sfavorevole presentavano un aumento del rischio di diabete di oltre 14 volte. Il sovrappeso era invece associato a un aumento del rischio del 49% e uno stile di vita sfavorevole a un aumento del 18%.

«In particolare, anche tra gli individui con un basso punteggio di rischio genetico e uno stile di vita favorevole, l’obesità è stata fortemente associata a un più alto rischio di diabete di tipo 2, rispetto a quelli con peso normale con lo stesso punteggio di rischio genetico e stile di vita» hanno scritto il primo autore dello studio Theresia Schnurr dell’Università di Copenaghen e colleghi.

«Le associazioni del punteggio di rischio genetico e di quello relativo allo stile di vita con il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 sono relativamente modeste rispetto all’obesità, a rimarcare l’importanza della gestione del peso per prevenire la malattia. I nostri risultati suggeriscono che la prevenzione del diabete di tipo 2 attraverso la gestione del peso e uno stile di vita salutare è fondamentale in tutti i gruppi di rischio genetico» hanno continuato.

I ricercatori hanno fatto presente che i loro risultati sono diversi da quelli di un precedente studio condotto dall’InterAct Consortium, nel quale l’effetto del rischio genetico sul diabete di tipo 2 è risultato significativamente superiore nei soggetti più magri al basale. Tuttavia, in quello studio il punteggio di rischio genetico era basato soltanto su 49 loci, per cui «è possibile che le loro analisi non fossero in grado di rilevare un’ interazione tra il punteggio di rischio genetico e il BMI», hanno scritto gli autori. Invece, hanno aggiunto, l’inclusione nel nuovo studio di oltre 150 ulteriori varianti del rischio di diabete di tipo 2 recentemente identificate potrebbe averne migliorato l’ accuratezza rispetto alla ricerca precedente.

Inoltre, dal momento che la nuova ricerca è stata condotta interamente su persone di origine genetica europea, i risultati potrebbero non essere generalizzabili per individui con diversi background genetici. «Nel complesso i risultati indicano che uno stile di vita favorevole dovrebbe essere universalmente raccomandato nella prevenzione del diabete di tipo 2, indipendentemente dalla predisposizione genetica, supportando così le attuali linee guida sulla salute pubblica», hanno suggerito i ricercatori.

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