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La Roma del Covid-19 vista da Maria Novella De Luca

La Roma del Covid-19 vista da Maria Novella De Luca

Negli scatti fotografici di Maria Novella De Luca la Roma deserta ai tempi del Coronavirus, dove le distanze tra centro e periferia si annullano

Il centro e le periferie delle nostre città non sono mai stati così simili. Ora che tutto è fermo, le strade sono vuote e i negozi chiusi, la netta distinzione fra centro e periferia si fa molto più sfumata. È l’osservazione alla base del progetto fotografico di Maria Novella De Luca, promosso dall’associazione ‘Apurimac’, che da anni sviluppa progetti per il contrasto della povertà educativa minorile a Tor Bella Monaca, quartiere della periferia est di Roma.

“L’emergenza ci fa scoprire il centro e la periferia come due luoghi geografici quasi identici – spiega alla Dire Giovani (www.diregiovani.it) Vittorio Villa di Apurimac – anche se si tratta ovviamente di un momento passeggero, non appena le cose cominciano a tornare alla normalità le distanze ritornano evidenti: per l’accesso ai mezzi pubblici, alla socialità, ai servizi. Ma in questo momento fugace l’apparenza è identica, i messaggi di speranza che sventolano dai balconi sono gli stessi”.

Le fotografie di Maria Novella De Luca, fotografa professionista che collabora con l’associazione, vogliono proprio catturare questo momento fugace, tracciando un parallelo fra lo spazio urbano di Tor Bella Monaca e quello del centro storico di Roma.

“Da sempre lavoriamo nelle periferie del mondo, non solo in Italia, ma anche in Africa e America Latina- continua Vittorio Villa- l’idea della serie fotografica è scaturita dall’osservazione diretta che ci permette la nostra presenza capillare nel quartiere, dove siamo presenti da anni grazie al progetto ‘Tor Bell’Infanzia’, grazie al quale abbiamo anche aperto uno spazio infanzia per 14 bambini, tramite il quale riusciamo anche a raggiungere la comunità educante, in particolare i genitori per cui facciamo attività di orientamento formativo e professionale”.

Il centro infanzia di Apurimac appare tristemente vuoto nelle fotografie di Maria Novella De Luca, ma le sue attività non si sono fermate.

“Le quattro educatrici che lavorano nel centro hanno ora attivato dei laboratori formativi a distanza– conclude Villa- perché è importantissimo mantenere una continuità educativa e un rapporto diretto, soprattutto per bambini della fascia d’età 3-6 anni, una fase cruciale della crescita”.

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