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Didattica a distanza: operatori asili nido perplessi

asili nido

La didattica a distanza funziona anche negli asili? Gli addetti ai lavori sono perplessi: “I contenuti passano attraverso la relazione tra educatori e bambini”

Didattica a distanza per nidi e materne? Alcuni addetti ai lavori preferiscono prenderne ‘le distanze’. Potrebbe sembrare un gioco di parole, ma la sostanza è che la didattica a distanza estesa anche ai più piccoli non convince proprio tutti. Almeno nella definizione e nel concepirla alla stregua di quella messa in atto per la scuola vera e propria. 

Dopo la circolare del Comune di Roma che di fatto hanno imposto la ‘DAS’ anche ai più piccoli, maestre, coordinatrici ed educatrici sono dovute correre ai ripari per ‘partorire’ uno strumento consono alla situazione: “Al nido – ha spiegato all’agenzia Dire (www.dire.it), Federica Cozzi, educatrice, pedagogista e coordinatrice dell’associazione Onda Gialla che raggruppa circa 90 nidi convenzionati in tutta Roma- i contenuti anche didattici passano necessariamente attraverso la relazione tra bambini e educatori. Avendo noi sempre lavorato in presenza ci troviamo di fronte ad una situazione a cui non eravamo abituati”, tuttavia, durante la prima fase dell’emergenza “ci siamo prontamente attivati per far sentire la vicinanza degli educatori ai bambini che da un giorno all’altro hanno visto le loro abitudini drasticamente cambiate. Questo lo abbiamo fatto attraverso le attività che ai piccoli piacciono di più. Quindi, laboratorio creativo, letture dei loro libri preferiti e canti. Il tutto, appunto, per mantenere un contatto che era stato interrotto“. Con il protrarsi dell’emergenza però, la situazione è cambiata: dalle istituzioni è infatti arrivata la richiesta di individuare le modalità per una vera didattica a distanza, ma un conto è intervenire nell’immediato, un altro è elaborare un programma duraturo nel tempo, rivolto a bambini nei primi anni della loro vita.

“Le istituzioni- ha detto ancora l’educatrice- devono lasciare il tempo per poter pensare un progetto comune che abbia un orizzonte duraturo, che è quello che stiamo facendo come associazione Onda Gialla”. Al momento, “stiamo creando degli spazi virtuali accessibili alle famiglie e che vengano incontro anche alle esigenze e ai tempi di queste ultime, molte delle quali con due o più figli o comunque impegnate con lo smartworking a casa”.

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Da una parte quindi, “proviamo a mettere a sistema quanto fatto durante i primi giorni di emergenza, sempre per mantenere un contatto con i bimbi”, dall’altra “supportiamo le famiglie con delle indicazioni riguardo la routine: quindi i momenti del pasto o del sonno”. Infine, “tra educatrici, coordinatori e psicologi, si vuole mettersi a disposizione delle famiglie per altri tipi di supporti non solo pratici”.

Bene quindi disponibilità e contributi video ma difficilmente si potrà avere una didattica a distanza simile a quella dei più grandi: “Una interazione tra educatrice e bambino in ‘diretta’ – ha specificato ancora Federica Cozzi – può esserci ma non può andare molto oltre il saluto o la canzone fatta insieme. L’attenzione di un bimbo in un contesto diverso da quello della scuola non è destinata a durare. Più utile appunto, è scandire le giornate in base ad appuntamenti fissi come, ad esempio, la favola della buona notte o il momento dell’apparecchiamento della tavola e, nel complesso, dare suggerimenti alle famiglie che vivono in questo stato di emergenza”.

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