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Terapia estrogenica orale rallenta aterosclerosi

Le terapia estrogenica orale può ridurre la progressione dell'aterosclerosi a livello carotideo, a seconda però di quando si inizia

Le terapia estrogenica orale può ridurre la progressione dell’aterosclerosi a livello carotideo, a seconda però di quando si inizia

Le terapia estrogenica orale può ridurre la progressione dell’aterosclerosi a livello carotideo, a seconda però di quando si inizia. In particolare, uno studio presentato a Phoenix – in occasione del meeting “Epidemiology and Prevention/Lifestyle and Cardiometabolic Health” (Epi/Lifestyle 2020) organizzzato dall’American Heart Association – ha fornite ulteriori prove che se tale terapia comincia entro 6 anni dall’inizio della menopausa produce effetti significativi mentre se è intrapresa 10 anni dopo la menopausa non conferisce simili benefici.

Analisi secondaria dello studio ELITE
Queste evidenze derivano da un’analisi secondaria dello studio “Early Versus Late Intervention Trial With Estradiol” (ELITE), nel quale erano stati esaminati gli effetti del 17-beta-estradiolo orale sulla progressione dell’aterosclerosi precoce e del declino cognitivo in donne in post-menopausa sane.

Nello studio originale, pubblicato sul “New England Journal of Medicine” nel 2016, 643 donne in post-menopausa sane erano state randomizzate a ricevere 1 mg/die di estradiolo o una pillola placebo entro 6 anni dopo l’inizio della menopausa o più di un decennio dopo la menopausa. Tutti le partecipanti allo studio hanno assunto estradiolo o placebo quotidianamente per una media di 5 anni.

I risultati iniziali dello studio avevano mostrato che il tasso medio di progressione dello spessore intima-media carotideo diminuiva di 0,0034 mm all’anno con estradiolo, rispetto al placebo, ma solo nelle donne che avevano iniziato la terapia ormonale entro 6 anni dall’inizio della menopausa.

Relazione tra concentrazioni sieriche di estradiolo e misure di ecogenicità carotidea
Per l’attuale analisi, un gruppo di ricercatori guidati da Roksana Karim, professore associato di Medicina clinica preventiva presso la University of Southern California, a Los Angeles, ha studiato ulteriormente l’impatto dell’estradiolo sulla salute cardiaca usando l’ecogenicità per analizzare i lipidi nella parete arteriosa tra le partecipanti allo studio ELITE.

Il principale esito di interesse era la mediana su scala di grigi (GSM, senza unità numeriche), una misura qualitativa dell’aterosclerosi basata sull’ecogenicità ottenuta mediante ecografia ad alta risoluzione della parete arteriosa carotidea comune. In questo tipo di esame, valori più alti segnalano placche ricche di calcio e tessuto fibroso mentre valori più bassi sono indicativi di una maggiore deposizione di lipidi.

Karim e colleghi hanno valutato le concentrazioni sieriche di estradiolo e le misure GSM ogni 6 mesi durante un periodo di studio mediano di 5 anni e hanno usato modelli di regressione lineare a effetti misti per confrontare il tasso di progressione GSM tra i gruppi randomizzati nei diversi periodi di tempo dalla menopausa.

I ricercatori hanno scoperto che l’effetto dell’estradiolo sul tasso annuale di progressione GSM differiva significativamente tra le donne nei gruppi post-menopausa precoce  e post-menopausa tardiva (P per interazione = 0,006).

In particolare, il tasso di progressione GSM annuale tra le donne nel gruppo post-menopausa precoce è diminuito dello 0,30 all’anno nelle donne che assumevano estradiolo, rispetto a 1,41 all’anno in quelle del gruppo placebo (P < 0,0001), indicando in modo significativo una maggiore aterosclerosi nel gruppo placebo. D’altra parte, il tasso di progressione GSM annuale non era significativamente diverso tra i gruppi estradiolo e placebo nelle donne del gruppo post-menopausa tardiva (P = 0,37).

Le auspicate ricadute sulla pratica clinica
«Penso che questo dovrebbe confortare i clinici in termini di prescrizione della terapia con estradiolo a donne che non hanno controindicazioni e che sono entro 6 anni dall’inizio della menopausa» ha detto Karim. «L’accumulo di lipidi è l’evento chiave per la progressione dell’aterosclerosi».

I ricercatori hanno anche osservato che l’associazione positiva tra i livelli medi di estradiolo nel siero e il tasso di progressione GSM durante la fase di studio era più forte e significativa tra le donne in post-menopausa precoce (P = 0,008) rispetto a quelle del gruppo post-menopausa tardiva (P = 0,003). Tuttavia, questa associazione differenziale tra livello di estradiolo e tasso di progressione GSM non era statisticamente significativa (P per interazione = 0,33).

«I clinici sono stati un po’ conservatori in termini di prescrizione della terapia con estradiolo» ha detto Karim «ma negli ultimi due decenni le cose sono cambiate e alla fine le ipotesi di tempistica si sono evolute anche sulla base dell’analisi finale dei risultati della Women’s Health Initiative».

Restano per ora immodificate le indicazioni per l’ormonoterapia sostitutiva
«Questo studio è importante e solleva una domanda critica: esiste un periodo nel quale  iniziare la terapia ormonale può essere più vantaggioso per il cuore?» ha commentato Nieca Goldberg, direttore medico del Women’s Heart Program della New York University e consulente di Women’s Health Strategy al NYU Langone Health di New York.

«Penso che siano necessari più studi e ulteriori analisi, ma non abbiamo cambiato le indicazioni per la prescrizione di estradiolo» ha precisato. «Non stiamo somministrando estrogeni per prevenire la progressione delle malattie cardiache. Utilizziamo la terapia ormonale, come indicato, per le donne che hanno sintomi della menopausa».

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