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Costi ricariche telefoniche: Agcom diffida compagnie

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Costi occulti applicati dai gestori sulle ricariche telefoniche: l’Agcom diffida le compagnie dopo l’esposto presentato dalle associazioni dei consumatori

Vittoria del Codacons contro le compagnie telefoniche. L’AGCOM ha infatti accolto l’esposto presentato nelle settimane scorse dall’associazione dei consumatori contro i costi occulti applicati dai gestori sulle ricariche telefoniche.
“Il Codacons è stata la prima associazione in Italia a denunciare tale pratica scorretta attraverso la quale le compagnie telefoniche sottraevano uno o due euro ai consumatori al momento di effettuare una ricarica telefonica, in cambio di servizi Premium non richiesti – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’Autorita’ ha accolto in pieno la nostra denuncia contro Tim, Wind e Vodafone e i tre operatori sono stati diffidati dall’Agcom a non continuare a commercializzare le ricariche che prevedono la sottrazione di un euro dall’accredito”.
“Ora chiediamo che i soldi sottratti ai consumatori dopo l’acquisto della ricarica siano restituiti agli utenti, considerata la scorrettezza della pratica accertata dall’AGCOM” – conclude Rienzi.
Il caso di Ricarica+ della Tim

Sempre sul fronte dei costi delle ricariche telefoniche, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso il procedimento aperto grazie alla segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, ottenendo dalla Tim la rimozione dei profili di possibile scorrettezza relativamente alle offerte denominate Ricarica+, le stesse per le quali l’Autorità delle Comunicazioni, il 16 dicembre, con la delibera n. 498/19/CONS ha diffidato la Tim al rispetto della legge 2 aprile 2007, n. 40.

L’associazione di consumatori aveva presentato fin dal mese di giugno un esposto contro la Tim, per Ricarica+. Ora l’Antitrust ha chiuso il procedimento, ottenendo dall’operatore le modifiche al sito internet e la riorganizzazione dei contenuti informativi.

“Una vittoria importante per i consumatori. Ora le compagnie telefoniche non potranno più far rientrare dalla finestra, sotto forma di offerte, i costi di ricarica che la prima lenzuolata Bersani aveva esplicitamente escluso, vietando l’applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il problema era sorto per le offerte Ricarica 5+ e Ricarica 10+ con le quali i clienti TIM, a fronte del pagamento di 5 e 10 euro, ricevevano rispettivamente solo 4 e 9 euro di credito, in cambio di minuti e giga illimitati per la durata di 24 ore.

“Peccato che molti consumatori ci hanno segnalato di aver aderito inconsapevolmente a queste offerte. Ora l’Antitrust ha posto fine a questa pratica commerciale” conclude Dona.

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