Site icon Corriere Nazionale

Fermi osserva alone intorno alla pulsar Geminga

A 815 anni luce da noi, intorno alla pulsar Geminga, c’è un alone di raggi gamma che potrebbe risolvere un enigma lungo più di 10 anni: ecco quale

This four-panel graphic shows the two pulsars, Geminga (upper left) and B0355+54 (upper right), observed by Chandra. In both of these images, Chandra's X-rays, colored blue and purple, are combined with infrared data from Spitzer that shows stars in the field of view. Below each data image, an artist's illustration depicts more details of what astronomers think the structure of each pulsar wind nebula looks like. New Chandra data on the shape of these structures may explain the presence or absence of radio and gamma-ray pulses.

A 815 anni luce da noi, intorno alla pulsar Geminga, c’è un alone di raggi gamma che potrebbe risolvere un enigma lungo più di 10 anni: ecco quale

A 815 anni luce da noi, intorno alla pulsar Geminga, c’è un debole e diffuso alone di raggi gamma che potrebbe risolvere un enigma lungo più di 10 anni. È quanto emerge da un nuovo studio che si basa sui dati registrati dal telescopio satellitare per raggi gamma Fermi, pubblicato lo scorso 17 dicembre su Physical Review D, e frutto di una collaborazione tra ricercatori del Goddard Space Flight Center della NASA, dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Università di Torino.

L’enigma riguarda un tipo di particelle sorprendentemente abbondanti vicino alla Terra: i positroni, cioè gli antielettroni. Questo eccesso di positroni è stato osservato negli ultimi 10 anni da vari esperimenti nello spazio, quali Pamela, lo stesso Fermi e AMS-02 che si trova a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Sulla sua origine sono state fatte numerose ipotesi, dall’emissione da parte di pulsar all’annichilazione o decadimento di particelle di materia oscura galattica.

“Dai risultati del nuovo studio emerge che Geminga da sola potrebbe giustificare fino al 20% dei positroni osservati”, racconta Mattia Di Mauro, ricercatore del NASA’s Goddard Space Flight Center e della Catholic University of America, autore dello studio insieme alle ricercatrici dell’INFN e dell’Università di Torino Silvia Manconi e Fiorenza Donato, e aggiunge: “Se si considerano tutte le pulsar della nostra galassia, queste sorgenti sembrano essere le principali responsabili dell’eccesso di positroni osservato intorno alla Terra a energie superiori alle decine di GeV”.

Le pulsar sono stelle di neutroni che ruotano molto velocemente emettendo radiazione elettromagnetica in onde radio, luce visibile, raggi X e gamma. Sono un po’ come un faro: la loro luce entra ed esce regolarmente dal nostro campo visivo. Geminga è una pulsar tra le più brillanti alle energie dei raggi gamma ed è stata scoperta nel 1972 dal satellite della NASA Small Astronomy Satellite. È caratterizzata da un intensissimo campo magnetico e può produrre numerose coppie di elettroni e positroni a velocità prossime a quelle della luce. Quando queste particelle interagiscono con i fotoni che circondano la stella, cedono loro un po’ di energia e si generano i raggi gamma, come quelli che formano l’alone diffuso intorno a Geminga.

“In questo studio, abbiamo analizzato i dati provenienti da 10 anni di osservazione del telescopio LAT di Fermi sopra gli 8 GeV, confrontandoli con il nostro modello di produzione di raggi gamma da urti di elettroni e positroni con i fotoni. Questo ci ha permesso non solo di scoprire un alone esteso di raggi gamma intorno a Geminga, ma anche di determinarne le caratteristiche fisiche”, spiega Silvia Manconi, ricercatrice dell’INFN e dell’Università di Torino che ora lavora alla RWTH Aachen University.

“La rivelazione di questo alone di raggi gamma intorno a Geminga nei dati di Fermi è in accordo con un’osservazione del 2017 dell’High-Altitude Water Cherenkov Gamma-ray Observatory (HAWC), osservatorio che si trova vicino Puebla in Messico, e ci ha permesso di stimare il flusso di positroni da una singola pulsar con una precisone mai raggiunta precedentemente”, aggiunge Fiorenza Donato, ricercatrice INFN e professoressa all’Università di Torino.

“Le osservazioni dall’esperimento Fermi hanno permesso inoltre di confermare per la prima volta che, a conseguenza del moto proprio della pulsar, il bagliore di raggi gamma attorno a Geminga non è simmetrico attorno alla stella.”

Fermi è un osservatorio spaziale NASA per raggi gamma in orbita dal 2008 costruito e operato da un’ampia collaborazione internazionale, cui l’Italia partecipa con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’INFN e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). È composto da due strumenti principali: il Glast Burst Monitor (GBM) e il Large Area Telescope (LAT). Il GBM osserva raggi gamma meno energetici (tra i 6 keV e i 40 MeV) provenienti dall’intero cielo. Il LAT registra, invece, raggi gamma con energie tra 20 MeV e 300 GeV (anche miliardi di volte più energetici della luce visibile), è stato realizzato grazie a un importante contributo italiano di INFN, ASI e INAF e, ad oggi, ha osservato più di 5000 sorgenti individuali di raggi gamma.

Exit mobile version