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Visite dal pediatra: ecco quante volte nei primi anni

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Visite dal pediatra, quante volte nei primi anni di vita? Parte una campagna di formazione e informazione sul ruolo del “pediatra sentinella educativa”

“Sarebbe auspicabile un controllo al mese nei primi sei mesi e ogni due mesi nei secondi sei mesi per poi diradarli successivamente. In questo modo il pediatra potrà verificare tutta una serie di tappe evolutive del bambino nei primi 24 mesi di vita”. È chiaro Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), che insieme all’Istituto di Ortofonologia (Ido) ha lanciato una campagna di formazione e informazione sul ruolo del ‘pediatra sentinella educativa’. In pratica sono a disposizione dei pediatri italiani due nuovi opuscoli che forniscono sia indicazioni sui principali campanelli di allarme nel monitoraggio neuroevolutivo dei bambini da 0 a 24 mesi, che dei consigli che i medici potranno rivolgere ai genitori di piccoli da 1 a 5 anni.

Nei primi due anni di vita un bambino “viene visto spesso perché è giusto che nelle fasi iniziali della vita sia controllato con una certa frequenza. Volendo ridurre all’osso i momenti cruciali dello sviluppo neurocomportamentale di un bambino- continua Villani- possiamo pensare che intorno ai 3 mesi inizia a reggere bene il capo, a 6 mesi sta seduto in maniera abbastanza autonoma, intorno all’anno inizia a camminare. Non ci si deve preoccupare se questi passaggi avvengono con piccole differenze- sottolinea il presidente della Sip- però in ogni caso vanno rilevate e osservate”.

Oltre a queste indicazioni “grossolane” sulle visite dal pediatra, che fanno parte del patrimonio di base di ogni pediatra, esistono poi tutta un’altra serie di aspetti ben illustrati negli opuscoli che consentono ai medici di allertarsi anche in altre situazioni. “Un conto è averne le conoscenze, un altro è essere ‘pediatra sentinella’- aggiunge Villani all’Agenzia Dire (www.dire.it)- che, con molta attenzione, ha degli schemi che gli permettano di identificare e non dimenticare nessuno dei punti cardine”.

I due opuscoli sono, infatti, “un grande aiuto non perché i pediatri non lo sappiano fare o non lo facciano bene, ma perché in alcune situazioni è opportuno avere una lista. Così come avviene nelle camere operatorie con il conto delle garze, bisogna vivere i due documenti con lo stesso spirito per avere sempre davanti agli occhi tutto ciò che deve essere osservato. Non mi preoccuperò se un bambino non sta perfettamente seduto a 8 mesi, ma se questo accade a 10-12 mesi c’è qualcosa di sostanziale che deve essere indagato. Non è sicuramente patologico, ma ci si deve interessare”.

I due libricini sono, quindi, strumenti da usare con “serenità e coscienza, per scremare ciò che non necessita di particolare attenzione da ciò che invece la richiede anche in maniera importante”.

Nell’opuscolo sui campanelli di allarme nel monitoraggio neuroevolutivo 0-24 mesi sono presenti delle “schede divise in 0-3 mesi, 4-6 mesi , 7-12 mesi e così via- spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO- perché nel corso dei 24 mesi il pediatra potrà vedere se un problema che è emerso sarà poi continuativo oppure scomparirà. Inoltre, in base al punteggio che emergerà dalla sua valutazione, si delineerà un quadro che il medico potrà reputare o meno da approfondire. Non sono schede per effettuare una diagnosi, ma per individuare quei segnali- ribadisce lo psicoterapeuta dell’età evolutiva- che presi il più precocemente possibile, e in modo certo, danno la possibilità di vedere in pochi mesi se quel determinato problema persisterà o meno”. Non è una semplice “fotografia, ma un film- conclude Villani- per vedere quello che avviene nel tempo. Come accade con le curve di crescita auxologica, attenzionando come cresce il peso e l’altezza, dobbiamo valutare anche come evolvono il neurosviluppo e i comportamenti. Questo è il valore aggiunto dei due opuscoli sulle visite dal pediatra”.

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