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Concorso foto dell’anno UNICEF: ecco i vincitori

Concorso Foto dell'anno UNICEF: vince il tedesco Hartmut Schwarzbach con uno scatto su povertà, inquinamento e lavoro minorile nelle Filippine

Concorso Foto dell’anno UNICEF: vince il tedesco Hartmut Schwarzbach con uno scatto su povertà, inquinamento e lavoro minorile nelle Filippine

Per il ventesimo anno consecutivo, UNICEF Germania ha indetto il concorso internazionale Foto dell’anno UNICEF, che premia le foto e le serie fotografiche di fotogiornalisti professionisti che documentano in modo eccezionale la personalità e la situazione dei bambini. La foto vincitrice del concorso UNICEF per l’anno 2019 è del fotografo tedesco Hartmut Schwarzbach e racconta della lotta coraggiosa dei bambini per sopravvivere, nello stesso momento, a tre delle tragedie più grandi dei nostri giorni: povertà, inquinamento atmosferico e lavoro minorile. La foto è stata scelta tra oltre 90 serie fotografiche di alta qualità in tutto il mondo.

Oltre alle tre foto vincitrici del concorso foto dell’anno, la giuria ha assegnato 9 menzioni d’onore fra cui due ai fotografi italiani: Roselena Ramistella e Daniele Vita.

Nella foto vincitrice, il fotografo tedesco Hartmut Schwarzbach ritrae Wenie, di 13 anni, che pesca bottiglie di plastica dall’acqua nel porto di Manila (Filippine). Anche le fotografie che ottengono il secondo e il terzo premio documentano la vulnerabilità dei bambini, ma anche la loro forza contro la prospettiva di difficili condizioni di vita. Il fotografo australiano Andrew Quilty ha creato un ritratto di famiglia che ricorda quelli antichi e mostra sette bambini in Afghanistan, nessuno dei quali ha entrambe le gambe. Le loro ferite sono state causate dalla detonazione di una bomba inesplosa in un villaggio remoto. Il terzo premio di questo anno è stato conferito a un fotografo spagnolo, Antonio Aragón Renuncio, per la sua serie di foto sul lavoro minorile nelle miniere d’oro in Burkina Faso.

Le 9 menzioni d’onore sono andate a: Anas Alkharboutli, Siria (dpa), serie fotografica: Troppo colorato per essere vero? (Siria) ; Antonio Aragón Renuncio, Spagna (Fotografo freelance), serie fotografica: Resistenza alla lavagna (Burkina Faso); Sang Moo Han, Corea del Sud (per UNICEF Corea/Seoul), serie fotografica: La dura scuola della vita (Bangladesh); Emilienne Malfatto, Francia (Fotografo freelance), serie fotografica: Fatma e Tiktum (Iraq); Roselena Ramistella, Italia (Fotografa freelance), serie fotografica: Prossima generazione (Europa); Gregg Segal, USA (Fotografo freelance), serie fotografica: Cosa mangiano i bambini (quando hanno qualcosa da mangiare); Mohammad Shahnewaz Khan, Bangladesh (VOHH Institute), serie fotografica: Stelle cadute (Bangladesh); Matilde Simas, USA (Fotografa freelance), serie fotografica: Le ragazze come merce (Filippine); Daniele Vita, Italia (Fotografo freelance), serie fotografica: L’eredità dei misteri (Italia).

LE FOTO VINCITRICI

La fotografia vincitrice: spazzatura, bambini e morte – Wenie vive nelle Filippine. Ogni giorno, pesca bottiglie di plastica dalle acque inquinate del porto nel distretto ‘Tondo’ di Manila per venderle a riciclatori di rifiuti per un centesimo. Anche se il lavoro minorile è ufficialmente proibito, molte ragazze e ragazzi degli slum non hanno altra scelta. I bambini, anche di sette anni, pagaiano nelle acque sporche del porto su zattere di bambù o sportelli di frigoriferi. Rischiano la loro salute e spesso le loro vite mentre cercano nell’acqua contaminata qualsiasi cosa di valore per assicurarsi la sopravvivenza.

Secondo premio: nessuna medaglia per il coraggio – Il secondo premio della competizione internazionale ritrae le terribili conseguenze della guerra in Afghanistan. Un’intera famiglia è vittima della detonazione di una bomba inesplosa nel suo villaggio. Il ritratto di famiglia mostra la dignità di sette bambini che hanno perso uno o più arti. Hanno anche visto morire la propria madre e la sorella. Solo lo scorso anno, oltre 1.400 civili sono stati feriti e uccisi da mine e bombe inesplose in Afghanistan – circa il 90% di loro erano bambini. La foto è stata scattata dal fotografo australiano Andrew Quilty, che vive in Afghanistan.

Il terzo premio: nel mondo sotterraneo – Antonio Aragón Renuncio ha documentato le difficoltà dei bambini in cerca di oro in Burkina Faso – e li ha seguiti anche nei cimiteri in cui così tanti di loro ora giacciono. In tutto il mondo, milioni di ragazze e ragazzi sono sfruttati nelle miniere, nei laboratori tessili, nelle fattorie, in case private e nei bordelli. Renucio, che ha vinto lo scorso anno, ha documentato uno di tanti di questi destini.

FOTO DELL’ANNO: LE MENZIONI D’ONORE AI DUE FOTOGRAFI ITALIANI

Menzione d’onore, Italia – Fotografa: Roselena Ramistella, (Fotografa freelance) – Europa: prossima generazione – Acqua pulita, fermare il cambiamento climatico, la conservazione della biodiversità e delle foreste, produzione sostenibile, preferenza per le energie rinnovabili – questi sono alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che puntano a migliorare le condizioni di vita entro il 2030. Nella sua serie di fotografie con i bambini, la fotografa italiana Roselena Ramistella ha interpretato questi temi in modo libero e per associazioni. Perché sono i bambini quelli che dovranno convivere con le conseguenze del nostro attuale stile di vita. I bambini, come dice Ramistella, di cui non dobbiamo deludere le speranze e di cui non dobbiamo oscurare le prospettive.

Menzione d’onore Italia- Fotografo: Daniele Vita, (Fotografo freelance) – Italia: L’eredità dei misteri – Durante la Settimana Santa, molte città siciliane diventano palcoscenici di malinconiche processioni, a cui partecipano pure bambini, anche nei panni di angeli. Il fotografo italiano Daniele Vita, il cui padre è emigrato dalla povera parte meridionale del paese in una città a nord di Roma quando aveva 15 anni, ha visitato regolarmente la Sicilia per molti anni. Anche per comprendere meglio il padre e la biografia non lineare dei migranti in generale. Vita ha cercato la propria infanzia nei volti dei bambini durante la Settimana Santa. Tracce di una fede solenne, desiderosa di sentirsi protetta nelle tradizioni, e allo stesso tempo un tocco di disperazione, come scrive.

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