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Prolasso urogenitale: le terapie per risolvere

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Le cause, i sintomi del prolasso urogenitale e le terapie per risolvere spiegate dagli specialisti dell’Ostetricia e Ginecologia del Niguarda di Milano

La regione muscolare che viene chiamata pavimento pelvico è ancora oggi poco conosciuta, eppure è fondamentale per la salute e il benessere di ogni donna. Si tratta di un’area muscolare che si estende dal pube fino al coccige, chiudendo in basso la cavità addomino-pelvica, circondando e sostenendo l’uretra, la vescica e la vagina fino all’apparato ano-rettale. Le conseguenze di una “cattiva salute” del pavimento pelvico possono portare al cedimento e conseguente discesa verso il basso di una o più strutture pelviche. Questa condizione è definita prolasso urogenitale e può interessare la vescica, il retto, la vagina e l’utero, in combinazioni e livelli di gravità diversi. Gli specialisti dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Niguarda spiegano le cause del prolasso urogenitale, i sintomi e le terapie.

Quali sono le cause del prolasso urogenitale?

Il parto è una sollecitazione traumatica delle strutture muscolari e nervose ed è una delle principali cause dell’insorgenza del prolasso urogenitale. Anche la menopausa può modificare lo stato di salute del pavimento pelvico, contribuendo al suo rilassamento. Altre condizioni sono la stipsi cronica, la predisposizione genetica, l’obesità.

E i sintomi, quali sono?

Una sensazione d’ingombro vaginale fastidioso che talvolta si accompagna alla percezione tattile di qualcosa che fuoriesce dalla vagina, sono questi i principali sitomi del prolasso urogenitale. Attenzione anche a dolori nella regione pelvica e lombare. Quando è coinvolta la vescica possiamo avere difficoltà a urinare (con necessità di spingere) e flusso di urina esile. Inoltre, il prolasso urogenitale spesso è associato a disfunzioni sessuali o difficoltà durante i rapporti, con sensazioni di disagio o dolore. Tali disturbi possono condizionare molto la qualità della vita della persona colpita, influenzando le azioni quotidiane e la sfera sessuale.

Come fare la diagnosi?

La diagnosi del prolasso urogenitale è eseguita dallo specialista uroginecologo durante una visita ambulatoriale. Inizialmente viene effettuato un colloquio approfondito con la paziente per raccogliere le informazioni sullo stato di salute generale, la familiarità per alcune patologie, la storia ostetrica, lo stile di vita. Durante il vero e proprio esame ginecologico, invece, si valuta l’entità del prolasso e la necessità di eventuali esami di approfondimento.

La terapia?

Oltre alla terapia riabilitativa dei muscoli del pavimento pelvico, si può ricorrere anche a interventi chirurgici che provvedono alla ricostruzione del pavimento pelvico come terapia per il prolasso urogenitale. Sono effettuati sia per via vaginale sia per via laparoscopica. Nelle donne molto anziane, o con gravi problemi di salute che non consentono di affrontare un intervento chirurgico per il prolasso urogenitale, l’alternativa è il posizionamento da parte del ginecologico di un “pessario vaginale”, un anello in gomma o silicone che viene introdotto nella vagina con lo scopo di sostenere l’utero e la vescica ed evitare che il prolasso si estenda all’esterno. Solitamente non provoca alcun fastidio, è ben tollerato e deve essere sostituito dal ginecologo periodicamente (ogni 4- 6 mesi circa).

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