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Bologna: gli scarti della plastica diventano abiti

Dagli scarti della plastica abiti alla moda: sfilata particolare messa in scena dagli studenti del corso di Fashion design dell'Accademia di Belle arti di Bologna

Dagli scarti della plastica abiti alla moda: sfilata particolare messa in scena dagli studenti del corso di Fashion design dell’Accademia di Belle arti di Bologna

Coda a strascico in cellulosa, ruches di plexiglas e una pelliccia creata con i frammenti dei banner pubblicitari sono le creazioni dei tre vincitori della “Plastic fashion remix”. Trenta abiti e 21 finalisti, studenti del corso di Fashion design dell’Accademia di Belle arti di Bologna, hanno sfilato in piazza Mercanzia, a Bologna, con abiti creati interamente con scarti della plastica. Ma, oltre agli abiti c’è di più. L’iniziativa promossa dall’agenzia Veronesi Namioka e sponsorizzata dalla Gallery Holding ha voluto trasmettere un messaggio di sostenibilità nella produzione del fashion.

I tre vincitori della sfilata sono stati premiati per i risultati creativi e d’impatto, ma anche per aver creato capi dalla facile manutenzione e conservabili nel tempo evitando sperimentazioni effimere o usa e getta. La creazione di Alessandro Falce, primo classificato e vincitore di una borsa di studio di 2000 euro, è un lungo abito da sera grigio con una coda a strascico in cellulosa e delle balze in plastica che ricordano le reti in cui rimangono incagliati i pesci nell’oceano. È stata premiata la capacità di interpretare il materiale con un risultato di grande impatto, ma anche la maestria nel realizzare un abito col minimo spreco possibile. Il vestito, infatti, è formato da due maglie cucite insieme, mentre la struttura decorativa è realizzata direttamente con degli scarti di plastica, nello specifico strisce di acetato, utilizzati così come erano, senza apportare ulteriori tagli. La creazione, inoltre, è interamente smontabile per renderne più facile la manutenzione e la conservazione.

Alessia Mora, seconda classificata e vincitrice di una borsa di studio di mille euro, ha preso alla lettera il concetto di rispetto del materiale e ha compiuto una vera e propria alchimia: i fogli di plastica e gli scarti di imballaggi applicati sulla sua creazione hanno l’aspetto di lussuose incrostazione in cristalli e madreperla. Così, la giacca, che la giovane stilista abbina a un pantalone bianco, ricorda il fondale marino e le rouches di plexiglass che ne decorano il colletto richiamano le scaglie dei pesci.

Da Xu, il terzo classificato e vincitore di una borsa di studio di 500 euro, rappresenta il paradigma del riciclo. La sua creazione è una pelliccia composta da materiali plastici eterogenei e stratificati, ed è stata realizzata utilizzando gli scarti di lavorazione delle creazioni degli altri stilisti.

La sfilata, racconta l’Agenzia Dire (www.dire.it), è stata accompagnata dalla band “Riciclato circo musicale”, gruppo che fa del “riuso” il suo marchio di fabbrica. I quattro musicisti, infatti, suonano strumenti ricavati da oggetti di uso comune come phon, sgabelli e vecchi bastoni delle scope e durante la serata hanno voluto coinvolgere il pubblico stesso nel “riuso”: hanno lanciato tra la folla delle bottiglie di pet riciclato da utilizzare come strumenti. La provocazione è stata raccolta dal pubblico con entusiasmo: gli astanti hanno iniziato ad accompagnare il gruppo scandendo il ritmo delle canzoni battendo sui recipienti plastici.

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