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Sindrome feto-alcolica: prevenzione possibile al 100%

L'aggiunta di azitromicina alla profilassi antibiotica standard durante il cesareo riduce il rischio di infezioni post parto

La sindrome feto-alcolica si può prevenire al 100%. Appello del presidente della Società italiana di pediatria (Sip): “Basta alcolici in gravidanza”

“Il messaggio che deve passare è che la sindrome feto-alcolica è una patologia prevenibile nel 100% dei casi. Il consiglio più corretto per una mamma è di ridurre al massimo o abolire l’alcol in gravidanza”. È il monito che il presidente della Società italiana di pediatria (Sip) sezione Lazio, Pietro Ferrara, lancia nella giornata conclusiva del primo congresso unitario di pediatria in corso da ieri all’Auditorium della Tecnica a Roma.

“La sindrome feto-alcolica ha una prevalenza nella popolazione piuttosto variabile a seconda delle casistiche- spiega Ferrara- Sappiamo che nel mondo tra lo 0,2 e l’1,5% dei nati vivi può presentare questa sindrome”. Tra i principali sintomi per riconoscerla “i dismorfismi, cioè le alterazioni facciali, un ritardo dell’accrescimento, un ritardo delle acquisizioni psico-comportamentali e mentale”. È importante riconoscerla fin dalla sua comparsa per “intervenire al più presto”. Il lavoro, però, va fatto a monte perché si tratta di “una forma di maltrattamento e abuso da parte della madre in gravidanza nei confronti del figlio”, che corre il rischio di subire danni fisici e psichici.

Se in letteratura è possibile approfondire rischi e conseguenze legati al consumo di alcol in gravidanza, non esiste, però, “un quantitativo standardizzato oltre il quale si possa parlare di sindrome feto-alcolica. Sicuramente- chiarisce il presidente di Sip Lazio- l’assunzione di alcolici in gravidanza, specie se associata ad altre condotte irregolari come il fumo, aggrava certamente la probabilità della sua comparsa”, che “ha dei connotati particolari”. Tuttavia, “esiste uno spettro di sintomi molto vicini a quelli della sindrome feto-alcolica che non si manifestano in tutta la loro totalità. Quindi – conclude Ferrara all’Agenzia di stampa Dire (www.dire.it) – l’incidenza della sindrome feto-alcolica può essere molto più alta rispetto a quella che c’è in letteratura“.

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