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A Roma CasaPound sarà in piazza con le sardine

Casapound a Roma scenderà in piazza con le sardine: l'annuncio del leader Simone Di Stefano. Intanto le pagine social su Facebook saranno riattivate

Casapound a Roma scenderà in piazza con le sardine: l’annuncio del leader Simone Di Stefano. Intanto le pagine social su Facebook saranno riattivate

CasaPound a Roma sarà in piazza al fianco delle ‘sardine’. Simone Di Stefano è intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta‘, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

“L’intervista di Stephen Ogongo era abbastanza chiara, ha detto che andava bene anche CasaPound purchè venisse senza bandiere– ha affermato Di Stefano- Chi si proclama movimento spontaneo, che viene dal basso, dovrebbe essere aperto a tutto. Mi sembra assurdo che esista una piazza contro. La volontà di questa piazza qual è? Cambiare l’Italia e fare proposte politiche oppure dire: non bisogna andare alle elezioni perché se no vince Salvini? Noi ci andremo, non andremo ovviamente in corteo, andremo alla spicciolata e vedremo cosa dice questa piazza. Vorremmo portare dei temi. Una cosa che c’è di buono delle Sardine è voler cambiare la narrazione, in una nazione in cui si parla solo di odio, di immigrati, di razzismo, antirazzismo. Bisogna spostare l’attenzione sui veri problemi. Qui serve un lavoro stabile, una casa di proprietà, potersi fare una famiglia. Di queste cose non si parla, speriamo che con questa iniziativa se ne possa parlare. Vediamo se vogliono davvero cambiare le cose queste Sardine anche se ho i miei dubbi. La politica è anche una scelta, devi sapere cosa vuoi. Alla fine secondo me la piazza sarà una piazza di ragazzi sistemati, senza troppi problemi, non ci troveremo gente della periferia romana. Se uno pretende di andare lì e cantare Bella Ciao, allora torniamo al ’45 e dividiamo il campo in due. Uno dei problemi di questa nazione è non aver superato la guerra civile, il dialogo invece dovrebbe essere fondamentale per trovare una direzione comune. Vediamo se sono permeabili ad una proposta politica o se è semplicemente la quinta colonna del PD e del M5S. Ogongo dice una cosa, poi arrivano i 4 leader e lo smentiscono, ma chi sono questi 4 leader? Siamo già alla Casaleggio e Associati? Sicuramente CasaPound è ultra collocata, ma è sempre stata per dialogo. Abbiamo sempre ospitato tutti, cercando di riportare il dialogo politico-nazionale sul piano delle idee, purtroppo però è funzionale ai media schierati dipingerci come violenti e xenofobi. Noi ci siamo sottratti a tutto ciò tirandoci fuori dalla competizione elettorale”. (D

Sulla Lega Di Stefano dice: “Non cogliamo una reale volontà di cambiamento nella Lega di Salvini, proprio per questo stiamo cercando di portare le nostre idee in area sovranista. Ad andare avanti con le campagne elettorali a gattini, sardine, immigrati e tasse, poi si va al governo e si è incapaci di realizzare proposte concrete. Dobbiamo arrivare al governo con le idee chiare, questo è il ruolo oggi di CasaPound, portare idee chiare”.

Poi, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it), conclude parlando di GretaThunberg: “Greta purtroppo è una costruzione artificiale che serve a coprire interessi internazionali che non sono esattamente indirizzati alla tutela dell’ambiente. Bisognerebbe fare un grande piano infrastrutturale per rinunciare ai combustibili fossili e investire nelle rinnovabili. E oggi non si può fare perché viviamo sempre nella logica che lo Stato non può investire. La von der Leyen ha detto che le spese sul green non potranno essere scorporate dai vincoli di bilancio, lì Greta non si è alzata per dire qualcosa”.

Magistratura ordina a Facebook di riaprire le pagine social

“A quanto pare i ‘privati’ non fanno come gli pare, cari ignoranti globalisti! La magistratura ORDINA a Facebook di riaprire le nostre pagine, citando la Costituzione e affermando che CasaPound ha diritto di esistere e diritto di comunicare sui social. Sentenza storica!”. Lo scrive su facebook Simone Di Stefano, leader di Casapound.

“CasaPound vince la causa contro Facebook- si legge in un comunicato- Il Tribunale Civile di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’associazione in seguito alla disattivazione della pagina ufficiale avvenuta il 9 settembre scorso. ‘In conclusione il ricorso va accolto e va ordinato a Facebook l’immediata riattivazione della pagina dell’Associazione di Promozione Sociale CasaPound’, si legge nella sentenza a firma del giudice Stefania Garrisi. Nell’ordinanza si parla di ‘accoglimento totale’ del ricorso presentato da CasaPound”.

“Ecco cosa si legge nella sentenza- prosegue CasaPound: ‘Il Tribunale di Roma, in composizione monocratica, visto l’art. 700 c.p.c.: – accoglie il ricorso e, per l’effetto, ordina a FACEBOOK IRELAND LIMITED l’immediata riattivazione della pagina dell’Associazione di Promozione Sociale CasaPound Italia all’indirizzo https://www.facebook.com/casapounditalia/ e del profilo personale di Davide Di Stefano, quale amministratore della pagina; – fissa la penale di € 800,00 per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito, successivo alla conoscenza legale dello stesso; – condanna FACEBOOK IRELAND LIMITED alla rifusione delle spese di giudizio sostenute da ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE CASA POUND ITALIA e DAVIDE DI STEFANO, liquidate in complessivi € 15.000,00, oltre spese generali ed accessori come per legge’. Ecco un altro passaggio chiave della pronuncia: ‘E’ infatti evidente il rilievo preminente assunto dal servizio di Facebook (o di altri social network ad esso collegati) con riferimento all’attuazione di principi cardine essenziali dell’ordinamento come quello del pluralismo dei partiti politici (49 Cost.), al punto che il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico italiano, come testimoniato dal fatto che la quasi totalità degli esponenti politici italiani quotidianamente affida alla propria pagina Facebook i messaggi politici e la diffusione delle idee del proprio movimento. Ne deriva che il rapporto tra FACEBOOK e l’utente che intenda registrarsi al servizio (o con l’utente già abilitato al servizio come nel caso in esame) non è assimilabile al rapporto tra due soggetti privati qualsiasi in quanto una delle parti, appunto FACEBOOK, ricopre una speciale posizione: tale speciale posizione comporta che FACEBOOK, nella contrattazione con gli utenti, debba strettamente attenersi al rispetto dei principi costituzionali e ordinamentali finchè non si dimostri (con accertamento da compiere attraverso una fase a cognizione piena) la loro violazione da parte dell’utente. Il rispetto dei principi costituzionali e ordinamentali costituisce per il soggetto FACEBOOK ad un tempo condizione e limite nel rapporto con gli utenti che chiedano l’accesso al proprio servizio’.

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