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Forestali: diritti violati con scioglimento del Corpo

Lo scioglimento dei Forestali ha violato i diritti del personale: lo ha sancito il Comitato europeo per i diritti sociali, ribaltando la sentenza della Corte Costituzionale

Lo scioglimento del Corpo Forestale nei Carabinieri (e in parte anche nella Guardia di Finanza) ha violato i diritti del personale: lo ha sancito il Comitato europeo per i diritti sociali, ribaltando la sentenza 170/2019 della Corte Costituzionale. Anche in questo caso, spiegano i Gre Lazio, il ricorso è stato presentato dagli ex sindacati del personale UGL-CFS e SAPAF: ed infatti far confluire una forza civile nei Carabinieri viola i diritti sociali dei dipendenti che, divenendo personale militare, hanno perso le libertà sindacali prima garantite.
La sentenza è del 3 luglio, ma è stata pubblicata solo il 26 novembre scorso. Per il Comitato, i diritti lesi sono i seguenti:
Il Comitato europeo dei diritti sociali è un ente istituito nel 1995 ai sensi dell’articolo 25 della Carta sociale europea ed è composto da 15 membri (14 esperti indipendenti eletti dal Comitato dei Ministri che rimangono in carica sei anni, mandato rinnovabile una volta, più il Presidente).
Le sue funzioni sono le seguenti:
E infatti in seguito alla decisione pubblicata dal Comitato europeo dei diritti sociali,  l’On. Luca De Carlo di Fratelli d’Italia (primo firmatario di una proposta di legge per la ricostituzione del Corpo Forestale dello Stato) ha interrogato il Governo sul futuro dei forestali: «Il Comitato ha giudicato l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri come una violazione  della Carta sociale europea in quanto tale fusione è andata ad incidere negativamente sui diritti sociali dei dipendenti che, divenendo personale militare, hanno perso le libertà sindacali prima garantite. – ha spiegato l’On. De Carlo e ha continuato –. Sono troppi gli aspetti negativi legati allo smantellamento della Forestale che ci spingono a sollecitare il Governo ad intervenire tempestivamente. Non solo l’assenza di un corpo di prevenzione ambientale a cui l’Italia con la riforma Madia ha rinunciato e che si sta pesantemente in questi giorni caratterizzati da frane, smottamenti e crolli, ma anche sul piano del personale troviamo in questa decisione la dimostrazione del fatto che lo smembramento è stato un totale fallimento. Continuiamo a lavorare per il ripristino e la ricomposizione di un corpo di tutela ambientale ad ordinamento civile».
Per leggere e scaricare l’intera sentenza (in inglese) clicca qui
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