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Diabete insipido: 3 sintomi chiave per riconoscerlo

Diabete insipido: una malattia rara che si manifesta con tre sintomi tipici. Attenzione all'aumento di diuresi e sete e alla disidratazione

Diabete insipido: una malattia rara che si manifesta con tre sintomi tipici. Attenzione all’aumento di diuresi e sete e alla disidratazione

A causarlo un’anomalia dell’ormone antidiuretico che causa una sensazione di sete continua che può portare a consumare anche 10 litri di acqua al giorno. E poi un’abnorme produzione di urina. Sono i sintomi comuni del diabete insipido, una patologia rara, che si sviluppa per cause completamente diverse rispetto a quelle del diabete mellito.

Il diabete insipido può essere provocato da una mancata o insufficiente secrezione dell’ormone antidiuretico (ormone ADH, detto anche vasopressina) da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi o da una ridotta sensibilità dei reni all’azione di questo stesso ormone. “Nel primo caso si parla di diabete insipido centrale, ADH-sensibile o neurogenico- indica il Direttore della Nefrologia dell’Ospedale Niguarda -. Mentre nel secondo caso si parla di diabete insipido nefrogenico o ADH-insensibile”.

Che si ricada nel primo tipo o nel secondo (più raro), la patologia presenta una triade di sintomi comuni: l’aumento della diuresi (poliuria), che può andare dai 2-3 litri fino ai 20 litri di urina prodotta giornalmente. L’aumento della sete (polidipsia) che insorge per compensare la grande quantità di liquidi persi con le urine. Infine la disidratazione, che si manifesta principalmente con secchezza e perdita di elasticità della pelle, della lingua e delle mucose e perdita di tonicità dei bulbi oculari, che possono apparire infossati.

La diagnosi si basa sugli esiti incrociati di diversi esami: test mirati per accertare l’effettiva presenza di una diuresi elevata insieme ad accertamenti che confrontino la capacità del rene di concentrare le urine in riferimento a specifici livelli di contenuto di acqua nel sangue (la cosiddetta “osmolarità”). Oggi si può anche misurare la concentrazione nel sangue dell’ormone ADH. “I risultati combinati dell’osservazione clinica e di tali valutazioni funzionali, a cui a seconda del caso possono affiancarsi ulteriori esami, sono la base per accertare la patologia e le sue cause- puntualizza lo specialista-”.

La terapia deve essere impostata in maniera differente secondo il tipo di malattia. “Il diabete di tipo centrale va curato somministrando l’ormone naturale ADH o un suo derivato potenziato – la desmopressina o DDAVP che ha durata d’azione più prolungata – dice l’esperto -. In caso di diabete nefrogenico non esiste una terapia risolutiva, ma è possibile migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti, riducendo drasticamente l’apporto di sale e di proteine, e prescrivendo diuretici della classe dei tiazidici”.

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