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Terrae Motus: Matera racconta l’Italia fragile

Terræ Motus. Geografie e storie dell’Italia fragile in corso fino al 20 gennaio 2020 a Matera: con la mostra fotografica incontri sul tema del doposisma

Terræ Motus. Geografie e storie dell’Italia fragile in corso fino al 20 gennaio 2020 a Matera: con la mostra fotografica incontri sul tema del doposisma

“Il tempo del dopo. Narrazioni, analisi e visioni del doposisma in Italia” è il titolo della tre giorni di eventi in programma a Matera da venerdì 22 a domenica 24 novembre 2019. La rassegna di incontri, proiezioni e seminari è promossa nel quadro delle iniziative di approfondimento legate alla grande mostra fotografica Terræ Motus. Geografie e storie dell’Italia fragile in corso fino al 20 gennaio 2020 a palazzo Acito, prodotta dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 e curata da Antonio Di Giacomo.

L’obiettivo che si vuole realizzare attraverso “Il tempo del dopo” – che di fatto è la prima rassegna multidisciplinare dedicata alle tematiche dell’Italia fragile – è superare i confini che separano le due culture e mettere in dialogo discipline e competenze umanistiche e scientifiche attorno alle problematiche del doposisma in Italia, soprattutto per richiamare l’attenzione sulla prevenzione del rischio sismico che non può essere sempre quella del giorno dopo come purtroppo è finora avvenuto. Giornalisti, antropologi, sismologi, geologi, storici, scrittori, registi, fotografi, ingegneri e architetti – e fra questi l’antropologo della restanza Vito Teti, la storica dei terremoti Emanuela Guidoboni, i geologi Gianluca Valensise e Carlo Meletti dell’Invg, l’archeologo Giuliano Volpe, già presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici del Mibact,  e Antonio Borri, esperto di ingegneria sismica dell’Università di Perugia –  si ritroveranno così a riflettere insieme, attraverso un reciproco scambio di saperi, sui destini dell’Italia fragile nell’ultimo mezzo secolo di terremoti, sulla necessaria prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale. A curare la rassegna “Il tempo del dopo” Antonio Di Giacomo, giornalista di Repubblica, e Antonello Fiore, presidente della Società italiana di geologia ambientale. Tutti gli appuntamenti sono con ingresso libero.

Il programma, giorno per giorno

Venerdì 22 novembre, Museo Ridola – ore 16.30-21.30

Incontro con ingresso libero*

Cronache del doposisma. Oltre il racconto dell’emergenza le narrazioni dell’Italia fragile tra giornalismo, fotografia, ricerca e cinema documentario”

Dal terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia e Basilicata fino ai terremoti del 6 aprile 2009 a L’Aquila e del Centro Italia nel 2016/2017: giornalisti, scrittori, fotografi e sociologi a dialogo sullo stato della ricostruzione e sulle narrazioni a lungo termine di comunità e luoghi nel tempo del doposisma. Ci si confronterà, inoltre, a fronte delle trasformazioni in quarant’anni di storia dell’informazione, a cominciare dalla rivoluzione del web, sulle modalità con le quali il doposisma è stato e viene raccontato dai media.

Interventi, testimonianze e contributi di: Flavia Amabile, giornalista e scrittrice (La Stampa); Pino Bruno, giornalista. Cronista dell’Ansa per il terremoto del 23 novembre 1980, fu il primo giornalista dell’agenzia a raggiungere Balvano; Alessandro Chiappanuvoli, scrittore e autore del volume “Sopra e sotto la polvere. Tutte le tracce del terremoto” (Effequ edizioni, 2019); Linda Cittadini, giornalista e ideatrice del programma televisivo “Sibilla, le voci della ricostruzione” (Etv Marche); Mario Di Vito, giornalista e scrittore. Autore del volume “Dopo. Storie da un terremoto negato” (Poiesis editrice, 2019); Simone Donati, fotografo e fondatore del collettivo TerraProject; Marco Giovagnoli, sociologo all’Università di Camerino e autore del volume “Piccolo dizionario sociale del terremoto” (Cromo edizioni, 2018); Federica Tourn, giornalista e curatrice con Stefano Stranges del progetto Anime Terremotate. Coordina Antonio Di Giacomo, giornalista di Repubblica e curatore della mostra fotografica Terrae Motus. Nel corso dell’incontro è in programma la videoproiezione dei documentari “ArtQuake. L’arte salvata” di Andrea Calderone, coprodotto da SkyArte e Tiwi, e “Vista mare obbligatoria” di Marco Di Battista Mario Di Vito, prodotto dallo Stato delle cose.

Sabato 23 novembre 2019, Chiesa del Cristo Flagellato (ex ospedale di San Rocco)

ore 10.00-18.00. Seminario con ingresso libero*

La fragilità della bellezza. Riflessioni sull’Italia vulnerabile, la necessaria prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale

Nel giorno del 39° anniversario del devastante terremoto che il 23 novembre 1980 portò morte e distruzione in Irpinia e Basilicata un seminario che vedrà a confronto storici, sismologi, geologi, ingegneri, architetti, antropologi e giornalisti sull’ultimo mezzo secolo di eventi sismici nel Paese, fino ai terremoti del 6 aprile 2009 a L’Aquila e del 2016/2017 in Centro Italia. Al centro della discussione la vulnerabilità dimenticata, a fronte dei terremoti storici che hanno colpito nei secoli il Paese, gli strumenti e le pratiche per la prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale.

Saluti e interventi di indirizzo: Antonello Fiore, presidente Società italiana di geologia ambientale (Sigea) Aurelia Sole, rettrice dell’Università della Basilicata Marta Ragozzino, direttrice del Polo museale della Basilicata Salvatore Adduce Paolo Verri, presidente e direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Egidio Comodo, presidente Fondazione Inarcassa Leo De Finis, presidente Ordine Architetti provincia di Matera Gerardo Colangelo, presidente Ordine Geologi della Basilicata Giuseppe Sicolo, presidente Ordine Ingegneri Provincia di Matera.

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