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Caduta del Muro di Berlino: 5 curiosità sull’evento simbolo

Caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989: ecco 5 curiosità sull’evento che cambiò il mondo e decretò la fine del regime comunista

Caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989: ecco 5 curiosità sull’evento che cambiò il mondo

“Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (…) Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente”
(9 novembre 1989, Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR).

Il 9 novembre del 1989 la storia del mondo voltò drasticamente pagina con la caduta del Muro di Berlino.

30 anni dopo, l’evento ha ancora un peso a livello globale, non solo per la sua importanza storica, ma per l’interpretazione, la memoria e i miti a cui è legato.

Molti ricordano centinaia di berlinesi ballare e festeggiare in cima del muro a Porta di Brandeburgo quella sera, ma quello che è realmente accaduto, e ciò che realmente significava, sono fatti meno chiari.

Scopriamo qualche curiosità su questa reliquia della Guerra Fredda, che divise in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989.

1. Il muro di Berlino non era solo uno

Quello che noi oggi identifichiamo come muro di Berlino, in realtà, era composto da due mura, separate da uno spazio variabile la cui estensione massima era di 150 metri.

Quest’area era conosciuta come “striscia della morte”: al suo interno cani, torri di guardia, proiettori, fossato anticarro e guardie armate con ordine di sparare per uccidere.
Questo sistema di fortificazioni di 155 km circondava la democratica e capitalista Berlino Ovest, separandola dalla comunista Berlino Est e dalla campagna circostante della Germania Est.

Un’altra barriera, con più di 1 milione di mine, fossati e filo spinato, fu eretta per 1370 km lungo il confine  tra Germania Est e Ovest. Tutto questo, racconta l’Agenzia Dire Giovani (www.diregiovani.it), fu fatto per non fare uscire i tedeschi della Germania Est, non per tenere fuori gli altri.

2. Il muro non è caduto il 9 novembre

In realtà il 9 novembre è una data simbolica. Quella notte, come nelle settimane successive, le autorità della Germania Est rimossero pezzi del muro per creare più punti di passaggio tra Est e Ovest, e innumerevoli persone armate di martelli e scalpelli presero a picconate il muro.

Ma la maggior parte ancora era in piedi. La demolizione ufficiale del muro iniziò un anno dopo, nell’estate del 1990. Ci sono voluti quasi due anni per rimuovere tutte le fortificazioni di confine intorno a Berlino e quattro anni per smantellarle lungo l’ex confine tra Est e Ovest tedesco.

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990, data designata per il “Giorno della riunificazione”. A Berlino è rimasto poco più di 1,5 km del muro, sparso in diversi siti.
Alcuni segmenti sono in mostra negli Stati Uniti e nella capitale tedesca.

3. Un pezzo di muro si trova nel bagno di un casinò di Las Vegas.

La demolizione ufficiale del muro di Berlino è iniziata nell’estate del 1990.

Più di 40.000 sezioni di pareti sono state riciclate in materiali da costruzione, ma alcune centinaia di segmenti sono state vendute all’asta e sono ora sparse in tutto il mondo.

Dai giardini vaticani al bagno per uomini del Main Street Station Casinò di Las Vegas, dove gli orinatoi sono montati su un segmento di muro coperto di graffiti e protetto dietro il vetro.

4. Il muro di Berlino è “caduto” per errore

In una conferenza stampa del 9 novembre 1989, il membro del politburo della Germania Est, Günter Schabowski, annunciò prematuramente che le restrizioni sui visti per la popolazione dell’est sarebbero state revocate con effetto immediato. Ma le sue parole furono fraintese.

In realtà, la decisione doveva essere annunciata il giorno seguente e avrebbe comunque richiesto ai tedeschi dell’Est di passare attraverso una lunga procedura burocratica per la richiesta di visto.
Poche ore dopo l’annuncio, una folla si riversò al checkpoint di Bornholmer.

Harald Jäger, l’ufficiale capo in servizio, dovette affrontare una moltitudine crescente di persone che chiedevano a gran voce di varcare il confine. Ricevendo insulti, piuttosto che istruzioni, dai suoi superiori, Jäger aprì il valico di frontiera da solo, e presto la stessa cosa accadde agli altri cancelli.

5. In fuga dal muro

Più di 5.000 persone riuscirono a fuggire: nascondendosi in compartimenti segreti di auto guidate da persone provenienti da Occidente, volando oltre il muro in mongolfiere, viaggiando attraverso un tunnel berlinesi scavato sotto il muro, nuotando attraverso canali o corsi d’acqua di Berlino, o semplicemente correndo.

Centinaia, forse migliaia, di persone invece, sono state uccise mentre cercavano di fuggire; altri sono stati catturati e imprigionati. Ricercatori tedeschi stanno ancora indagando su quante persone esattamente sono morte alla frontiera.

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