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Artrite psoriasica: filgotinib migliora qualità di vita

Linfoma non-Hodgkin

Artrite psoriasica: il trattamento con filgotinib migliora in modo statisticamente significativo la qualità della vita dei pazienti secondo un trial di fase 2

Il trattamento con filgotinib migliora in modo statisticamente significativo la qualità della vita legata allo stato di salute in pazienti con artrite psoriasica attiva. Lo dimostrano i risultati di un trial di fase 2, recentemente pubblicato su Rheumatology, il primo trial clinico randomizzato e controllato, a conoscenza degli autori, ad aver misurato la qualità della vita legata allo stato di salute (HRQoL) con un nuovo strumento validato a tal scopo (PsAID9).

Che cosa è lo PsAID9

PsAID (The PsA Impact of Disease) è un patient-reported outcome sviluppato specificamene per l’impiego nell’artrite psoriasica, in collaborazione con i pazienti e con il supporto di EULAR. Durante la fase di implementazione di questo strumento, è stato chiesto a pazienti con PsA di identificare le aree relative al loro stato di salute maggiormente influenzate dalla malattia e di metterle in ordine secondo uno schema gerarchico di impatto. PsAID, pertanto, misura le componenti di HRQoL che sono percepite come più rilevanti per i pazienti con PsA – dolore, problemi dermatologici e fatigue.

Sono state sviluppate in parallelo due versioni del questionario PsAID – PsAID9 e PsAID12 -che risultano ben correlate tra loro (PsAID12 contiene tre domande ulteriori rispetto a quelle contenute in PsAID9). Nel 2018, OMERACT si è pronunciata a favore dell’impiego di PsAID12 come primo strumento di misurazione di un outcome riferito dai pazienti da utilizzare nella valutazione di HRQoL legata alla PsA nei trial clinici randomizzati.

Che cosa è filgotinib
Filgotinib è un inibitore orale selettivo di JAK1, attualmente in corso di sviluppo clinico per il trattamento di uno spettro di alcune patologie infiammatorie, quali la PsA, l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante e la colite ulcerosa. Mediante inibizione selettiva di JAK1, filgotinib riduce l’attività di alcune citochine e chemochine infiammatorie coinvolte nella patogenesi di queste affezioni, come dimostrato in alcuni modelli preclinici.
Ciò si traduce in una riduzione dei segni e dei sintomi di patologie reumatologiche nei trial clinici.

Lo studio clinico EQUATOR, un trial clinico randomizzato di fase 2, ha dimostrato miglioramenti significativi di alcuni domini di malattia in 131 pazienti con PsA attiva a seguito del trattamento con filgotinib rispetto a placebo, tra cui l’artrite periferica, la psoriasi, l’entesite e di alcuni punteggi compositi di malattia.

Nello specifico, EQUATOR ha soddisfatto l’endpoint primario del miglioramento della percentuale di pazienti che hanno raggiunto la risposta ACR20 (80% filgotinib vs. 33% placebo; differenza trattamento: 47% – IC95%= 30,2-59,6; p<0,0001).
Il trial ha documentato anche miglioramenti dei PRO relativi al funzionamento fisico, alla fatigue e al dolore, il tutto associato ad un buon profilo di tollerabilità.

Lo studio
Nel nuovo studio appena pubblicato, i ricercatori hanno approfondito gli effetti di filgotinib vs. placebo su HEQoL in pazienti che avevano preso parte allo studio EQUATOR, mediante utilizzo di PsAID9. Poiché questo strumento non era mai stato utilizzato, prima d’ora nei trial clinici randomizzati sull’efficacia dei farmaci nella PsA, è stata condotta anche una valutazione dell’effetto di filgotinib vs. placebo su HRQoL mediante questionario SF-36, al fine di fare un confronto dei valori ottenuti con entrambi gli strumenti utilizzati.

I pazienti del trial EQUATOR erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, a trattamento giornaliero con filgotinib 200 mg o placebo per 16 settimane.

I 131 pazienti dello studio (65 trattati con filgotinib e 66 con placebo) avevano caratteristiche demografiche e di malattia molto simili all’inizio del trial (punteggio medio PsAID9, punteggio dominio fisico (PCS) e mentale (MCS) del questionario SF-36).

Passando ai risultati, è emerso che i pazienti trattati con filgotinib presentavano, rispetto al placebo, un miglioramento significativo dei punteggi PsAID9 (-1,9±1,6 vs. -0,5±1,8; differenza quadratica media [LSM]= -1,45; IC95%= -2,02; -0,89; p <0,0001).

Dopo 16 settimane, la variazione media era pari, rispettivamente, a -2,3±1,8 vs. -0,8±2,2 (differenza LSM= -1,48; IC95%= -2,12; -0,84; p <0,0001). Inoltre, sono state osservati miglioramenti significativi di tutti i domini PsAID a 16 settimane.

Non solo: un numero significativamente più elevato di pazienti trattati con filgotinib ha raggiunto il minimo miglioramento clinicamente importante (MCII) del punteggio PsAID9 rispetto ai pazienti del gruppo placebo (sia a 4 che a 16 settimane: 26,2% vs. 8,6% e 42,6% vs. 17,2%).

Rispetto al placebo, il trattamento con filgotinib è risultato associato anche a miglioramenti significativi dei punteggi SF-36 PCS a 4 e a 16 settimane. A 4 settimane, la variazione media, rispetto al basale, è stata pari a 4,9±5,9 e a 1,5±6,2 in ciascuno dei due gruppi; a 16 settimane, la variazione è risultata pari a 7,4±6,6 e a 2,4±6,6, rispettivamente (differenza LSM:3,08 e 4,67, rispettivamente). Inoltre, a 16 settimane, sono stari rilevati miglioramenti significativi in tutti i domini del questionario SF-36 relativi alla salute fisica.

Quanto, invece, al dominio MCS del questionario SF-36, i ricercatori non hanno osservato miglioramenti significativi nel gruppo filgotinib rispetto al gruppo placebo. In particolare, un numero maggiore di pazienti trattati con filgotinib ha raggiunto, a 16 settimane, uno stato della sintomatologia riferibile al dominio PCS ritenuto accettabile da parte dei pazienti, mentre non sono state documentate differenze statisticamente significative nello stato di accettazione della sintomatologia riferibile al dominio MCS.

Da ultimo, i ricercatori hanno osservato una correlazione negativa, di grado moderato-forte, tra i punteggi PsAID9 e i punteggi SF-36 relativi ai domini PCS e MCS, sia a 4 che a 16 settimane, in entrambi i gruppi di trattamento.

”Nel complesso, dunque, questi dati suffragano l’impiego futuro di PsAID9 nei prossimi trial clinici sulla PsA come strumento per misurare i domini legati alla qualità della vita considerati rilevanti per i pazienti – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.

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