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Malattia di Lyme: prevenzione arma più efficace

Malattia di Lyme: attenzione al morso di zecca dopo essere stati in zone ad alto rischio, come boschi o prati con erba alta

Malattia di Lyme: attenzione al morso di zecca dopo essere stati in zone ad alto rischio, come boschi o prati con erba alta

Il morso di zecca, l’infezione batterica di una spirocheta (Borrelia burgdorferi), che può passare all’uomo con sintomi spesso difficili da intercettare e ricadute spesso molto invalidanti. La malattia di Lyme (o borreliosi, morbo di Lyme) rientra nell’elenco delle malattie rare e negli ultimi anni si assiste ad un trend di crescita dei casi. Di recente anche all’Ospedale Niguarda ha preso il via l’attività di un team multiprofessionale per il trattamento dei questi pazienti che manifestano i sintomi della malattia di Lyme in seguito alla puntura di zecca. Infettivologi, dermatologi, neurologi, reumatologi e pediatri sono le figure più frequentemente coinvolte ma la collaborazione si allarga a tutti gli specialisti richiesti a seconda del caso.

La malattia di Lyme

Concorrono due fattori affinché una persona contragga la malattia Lyme: la zecca (Ixodes ricinus) responsabile della puntura deve contenere al suo interno (intestino e ghiandole salivari) il batterio Borrelia e deve restare adesa alla cute umana a lungo (il rischio di infezione aumenta di molto se rimane attaccata per più di 12 ore o diversi giorni). Tuttavia la Borrelia che entra nel sangue spesso non riesce a sopravvivere e causare l’infezione, in quanto deve adattarsi all’ambiente umano e proteggersi dal suo sistema immunitario.

Malattia di Lyme: diagnosi

Oltre al quadro clinico della malattia basato sui sintomi, la diagnosi per la malattia di Lyme viene effettuata mediante un’analisi del sangue (test ELISA, Chemilluminescenza, Western blot sono le analisi usate per la conferma sierologica). Ma occorre qualche settimana di tempo prima sottoporsi all’esame – e dunque dalla puntura della zecca fino al verdetto diagnostico – perché la comparsa degli anticorpi antiborrelia non è così immediata.

Borreliosi: sintomi

Tra i primi sintomi della borreliosi solitamente insorge un eritema circolare cutaneo nel sito della puntura che può espandersi o migrare anche su altre parti del corpo: all’inizio è di piccole dimensioni e di colore rosso, ma può raggiungere dimensioni pari a 50 cm di diametro. Meno comuni sono invece l’ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, nausea e vomito. Dopo qualche settimana più della metà dei pazienti può sviluppare artrite, così come alterazioni neurologiche o problemi cardiaci. Se la malattia di Lyme viene diagnosticata in tempo, si può ricorrere a una terapia antibiotica mirata (doxiciclina, amoxicillina) altrimenti, se l’infezione è più grave, si ricorre alla somministrazione endovenosa o intramuscolo di ceftriaxone, la cui durata è in funzione del tipo di ulteriori sintomi, come complicanze neurologiche, cardiache o artrite. In una piccola percentuale di casi i sintomi possono persistere per qualche mese, anche oltre 6 mesi.

Prevenzione: attenti al morso di zecca

Per il momento l’unica strategia utile è un’azione protettiva contro il morso di zecca (leggi>>>) se si visitano zone ad alto rischio, come boschi o prati con erba alta. Dopo aver frequentato un luogo dove potrebbero trovarsi le zecche è bene controllare attentamente l’intera superficie cutanea, l’abbigliamento ed eventuali animali domestici.

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