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Vaccino tetano: ogni 10 anni serve richiamo

Coronavirus: si cerca un vaccino

Vaccino tetano: ogni 10 anni andrebbe fatto il richiamo per l’antitetanica, cosa che raramente accade

Un chiodo o un filo metallico, ma anche una spina o una scheggia nel piede. Tanto basta per contrarre il tetano, malattia gravissima prevenibile con un vaccino ma di cui ancora si registrano almeno 50 casi ogni anno in Italia. Oltre sette casi su dieci si verificano in persone con più di 65 anni, e in questa fascia d’età le donne colpite sono il doppio degli uomini. La maggior parte delle infezioni, inoltre, si verifica nei mesi estivi, con un picco a settembre, in virtù delle maggiori attività all’aperto.

Non si può eradicare

Ma diversamente da quello che si potrebbe pensare, non colpisce solo gli anziani, non esiste immunità naturale e neppure di gregge. Il batterio Clostridium tetani è presente nell’intestino degli animali e viene eliminato con le feci. Le sue spore possono sopravvivere nell’ambiente per anni, contaminare oggetti e terreno penetrare nell’organismo umano attraverso ferite. Diverse le bufale che circolano in merito, sul web e non solo. La prima è che basti disinfettare per bene la lesione: si tratta infatti di batteri molto resistenti, contro cui nulla fanno i normali disinfettanti.

Non c’è immunità di gregge

La seconda è che colpisca solo gli anziani. Ad oggi, “grazie a una maggiore diffusione del vaccino tra i nuovi nati, le più interessate sono le donne anziane. In passato infatti gli uomini venivano vaccinati durante il servizio militare, mentre le donne non venivano immunizzate– sottolinea il Responsabile del Centro Vaccinale di Niguarda-”. Ma ciò non significa che non colpisca anche i piccoli. Chi afferma che il tetano è una malattia ormai scomparsa non fa altro che amplificare un’altra fake news. “Diversamente da altre come vaiolo o poliomielite, non può scomparire, ci sarà sempre perché il batterio è presente nell’ambiente– spiega l’infettivologo-”. Un’altra falsa informazione è che l’immunità di gregge basti ad evitare il contagio. “Anche se fosse protetto il 99% della popolazione, il rischio sussisterebbe per chi non è vaccinato, proprio perché non si diffonde da persona a persona, ma è dovuto all’entrata in contatto con oggetti contaminati– indica lo specialista-“. La protezione individuale tramite vaccino, che agisce bloccando una tossina prodotta dal batterio, è l’unica arma. Ma entro 10 anni andrebbe fatto il richiamo per l’antitetanica, cosa che raramente accade.

Vaccino per il tetano e neonati

Il vaccino ha un costo economico bassissimo a fronte di costi elevatissimi dovuti alle cure: tutti coloro che contraggono il tetano, infatti, finiscono in terapia intensiva e la malattia è letale in un caso su tre– dice lo specialista-“. L’ultima bufala, riguarda la presunta immunità naturale. Sono immuni nei primissimi mesi di vita i neonati, qualora la mamma abbia effettuato il richiamo per il tetano previsto (leggi vaccini e gravidanza>>>), poiché gli antigeni passano, come nel caso della pertosse o del morbillo, attraverso la placenta. “Ma questa immunità – conclude l’esperto – sparisce dopo 3 o 4 mesi lasciando il neonato esposto al rischio

Per verificare la copertura decennale è importante rivolgersi al centro vaccinale dell’area di residenza e richiedere il certificato vaccinale. I contatti sono on line sui siti delle singole Aziende Sociosanitarie Territoriali.

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