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Artrite reumatoide: uso frequente antibiotici aumenta rischio

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L’impiego frequente di antibiotici prescritti si associa ad un innalzamento del rischio di artrite reumatoide secondo uno studio di recente pubblicazione su BMC Medicine

L’impiego frequente di antibiotici prescritti si associa ad un innalzamento del rischio di artrite reumatoide (AR). Ciò è quanto dimostra uno studio di recente pubblicazione su BMC Medicine, che adduce come possibile spiegazione di quanto osservato la presenza di alterazioni a carico del microbiota intestinale o di un rischio che sottende lo sviluppo di infezioni.

Lo studio

Analogamente a quanto osservato con i batteri patogeni, anche gli antibiotici possono interferire negativamente sulla varietà della composizione del microbiota intestinale.

In letteratura esiste un corpus significativo di dati che indicano come l’impiego di antibiotici, soprattutto nell’infanzia, rappresenti un fattore di rischio principale di aumentata suscettibilità alle infezioni e di sviluppo di atopia e di malattie infiammatorie intestinali. Più recentemente, alcuni studi indicano che l’impiego di antibiotici sembra innalzare il rischio di condizioni autoimmuni, dal diabete di tipo 1, alla malattia epatica autoimmune e all’artrite idiopatica giovanile.

L’artrite reumatoide (AR), come è noto, è una malattia infiammatoria autoimmune, caratterizzata da produzione di autoanticorpi che influiscono sul danno delle articolazioni ossee e sulle manifestazioni di malattia associate.

Una classe di autoanticorpi associati ad AR (gli ACPA), viene prodotta in risposta ad alcune componenti batteriche che mimano i recettori delle cellule dell’ospite – es: Porphyromonas gingivalis e Aggregatibacter actinomycetemcomitans.- Pertanto, alcune infezioni pregresse, e le gengiviti in particolare, sono state identificate come potenziali fattori di rischio di sviluppo di AR.

Ciò detto, la proporzione di questa popolazione che sviluppa AR è estremamente ridotta, a suggerire l’esistenza di altri fattori eziologici in gioco.

Alcuni studi sperimentali hanno legato la composizione (in particolare, la varietà) del microbiota allo sviluppo di artrite infiammatoria e, come si sa, questa varietà sarebbe influenzata proprio dall’impiego di antibiotici.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare l’esistenza di un’associazione tra la prescrizione di antibiotici e l’insorgenza di AR in una coorte di pazienti visitati in Medicina Primaria nel Regno Unito.

Disegno e risultati principali
I ricercatori dello studio, avente un disegno caso-controllo, hanno estrapolato le informazioni dei pazienti sopra indicati dal database britannico di Medicina Generale (Clinical Practice Research Datalink). Sono stati inclusi nella valutazione quei pazienti con diagnosi di AR effettuata tra il 1995 e il 2017. I dati relativi a questi pazienti sono stati incrociati, secondo un rapporto 1:>5, con quelli relativi a controlli sani, in base all’età, al sesso di appartenenza e all’area di residenza.

Questo lavoro di screening ha portato ad incrociare individualmente i dati relativi a 22.677 pazienti con quelli relativi a 90.013 volontari sani. Un’ampia proporzione di pazienti con AR era obesa, tendeva a fumare ed era affetta da un numero di comorbilità superiore a quanto visto nel gruppo di controllo.

Nel complesso, i pazienti con AR avevano ricevuto un numero superiore di prescrizioni antibiotiche rispetto a quanto osservato nel gruppo di controllo; inoltre, più dell’ottanta per cento dei pazienti era stato trattato con almeno una prescrizione antibiotico nel corso del decennio anteriore alla data indice.

Tra gli antibiotici maggiormente prescritti nella coorte di pazienti considerata vi erano, in ordine decrescente, le penicilline (73%), seguite da macrolidi, trimetoprim, cefalosporine, tetracicline e chinoloni (33%, 31%, 25% e 13%), rispettivamente.

Dopo aggiustamento dei dai per la presenza di fattori confondenti, i ricercatori hanno osservato che la probabilità di esposizione agli antibiotici era significativamente più elevata nei pazienti con AR rispetto a quelli non affetti da malattia (OR=1.60; IC95%=1,51-1,68).

E’ stata, poi, identificata una relazione tra il numero di prescrizioni e la probabilità di avere una diagnosi di AR.

I ricercatori hanno anche notato come il timing dell’esposizione agli antibiotici fosse importante, ai fini dell’associazione sopra descritta: la probabilità di diagnosi di AR è risultata maggiore nei pazienti con AR esposti a trattamento antibiotico da un anno a 2 anni rispetto alla data indice  (OR= 1,80; IC95%=1,70-1,90). Inoltre, le prescrizioni di clindamicina sono quelle risultate maggiormente associate al rischio di sviluppare malattia.

Lo studio ha mostrato che i pazienti con AR avevano maggiori probabilità di aver avuto un’infezione prima della diagnosi di malattia (range di probabilità compreso tra il 7 e ilo 37%).

Prima della data indice, il 7% e il 14% dei pazienti dello studio era stato sottoposto a trattamento, rispettivamente, con almeno un farmaco antivirale o un farmaco antifungino.

Dopo aggiustamento dei dati per la presenza di fattori confondenti, compreso l’impiego di antibiotici, è emerso che entrambe le tipologie di farmaci (antivirali e antifungini) era associato anch’esso ad un innalzamento del rischio di AR (OR=1,19; IC95%=1,14-1,24 e OR=1,27; IC95%=1,20-1,35, rispettivamente).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori non hanno sottaciuto alcuni limiti metodologici dello studio, quali la presenza di bias potenziali nella classificazione dei casi di AR, legata alle fonti dalle quali è stato acquisito il dato, e la possibile sottostima dell’esposizione dei pazienti agli antibiotici.

Quanto alle implicazioni future, i ricercatori hanno sottolineato come “…studi di questa natura siano critici per la messa a punto di nuovi studi clinici più dettagliati e per lo sviluppo di terapie innovative contro questa malattia debilitante, includendo la valutazione dei meccanismi sottostanti e le associazioni possibili tra le alterazioni del microbiota, le infezioni e l’insorgenza di AR”.

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