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Poliambulanza: nuovo blocco operatorio cardiovascolare

Al San Raffaele è stato eseguito il primo trapianto con Holoclar: cellule staminali corneali autologhe per la ricostruzione della superficie oculare

Fondazione Poliambulanza ha inaugurato il nuovo blocco operatorio cardiovascolare: all’interno un robot angiografico integrato con un sistema di ricostruzione tridimensionale del cuore e dei vasi sanguigni

Unica in Italia per dimensioni complessive, ben 124 mq, e per tecnologie all’avanguardia, la nuova sala operatoria ibrida di Fondazione Poliambulanza è funzionale per l’interventistica cardiovascolare tradizionale e per quella mininvasiva. La sala operatoria si inserisce all’interno del nuovo blocco cardiovascolare inaugurato nell’ospedale bresciano.

Punta di diamante del nuovo distretto, è dotata di un robot angiografico di ultima generazione in grado di acquisire immagini tomografiche tridimensionali che consentono al medico di “navigare” nel cuore e nei vasi sanguigni come un perfetto “Tom Tom”.

Una tecnologia all’avanguardia che si avvale di un accurato lavoro di pianificazione che inizia con la TAC del paziente. Il medico importa le immagini acquisite in un software di navigazione che simula il percorso endovascolare in 3 dimensioni. In sala operatoria l’angiografo fonde le immagini precedentemente elaborate con quelle live, orientando l’operatore nei vari passaggi e riducendo al massimo il margine di errore. Una vera e propria rivoluzione che trasforma ciò che fino a pochi anni fa era fantascienza in realtà.
Ma se la sala ibrida è il valore aggiunto del nuovo blocco cardiovascolare è l’intero progetto che si rivela ambizioso.

Poliambulanza concentra in un unico distretto complanare tutte le specialità chirurgiche e interventistiche del dipartimento cardiovascolare e crea così un ambiente unitario aperto alla multidisciplinarietà.

Del blocco operatorio cardiovascolare fanno parte, oltre alla sala ibrida, altre 5 sale dedicate alla cardiochirurgia, alla chirurgia vascolare, all’elettrofisiologia e all’emodinamica e un’area di 3 sale operatorie per la chirurgia a bassa complessità.

“La tecnologia aerospaziale ha influenzato la medicina in molti settori, tra cui l’area cardiovascolare – chiarisce Walter Gomarasca, Direttore Sanitario di Fondazione Poliambulanza –. Innovazioni che oggi permettono di trattare ad esempio la stenosi aortica, una riduzione della capacità di apertura della valvola aortica, sia con tecniche tradizionali che con approcci mininvasivi, cioè per via percutanea senza aprire il torace. L’approccio operatorio più adeguato viene deciso in funzione delle caratteristiche del paziente ed è frutto di una valutazione multidisciplinare in cui convergono le competenze di chirurghi, cardiologi interventisti, anestesisti, radiologi, geriatri e cardiologi clinici”.

La valutazione multidisciplinare del paziente, prassi consolidata in Poliambulanza, si avvale nell’ambito cardiovascolare di tre team: coronary-team, valve-team e aortic-team. La vicinanza e l’ampiezza dei nuovi ambienti favoriscono un confronto continuo fra gli specialisti dei vari team, sia in fase di pianificazione che durante gli interventi. La prossimità con il Pronto Soccorso favorisce inoltre la gestione immediata delle emergenze cardiovascolari.

“Il nuovo blocco operatorio – afferma Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza – è un’ulteriore garanzia di qualità per il nostro Istituto che vanta risultati clinici di rilievo nazionale”.

Prima in Italia, secondo i dati Agenas, nel trattamento della cardiopatia ischemica e del bypass coronarico, tra i primi 4 ospedali italiani e prima in Lombardia per gli interventi di sostituzione e riparazione delle valvole, nel 2018 Poliambulanza ha registrato circa 3.500 interventi nell’area cardiovascolare.

“Con il supporto delle nuove avanzate tecnologie e di medici sempre più specializzati – conclude Triboldi – ci prepariamo ad affrontare le nuove sfide in vista del nostro obiettivo più importante: la salute del paziente. Ringraziamo perciò Fondazione Alessandra Bono che con la sua donazione ha contribuito ad allestire il nuovo blocco operatorio cardiovascolare, permettendoci di curare, con modalità sempre più appropriate ed al passo coi tempi, le malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel nostro Paese”.

“La Fondazione Alessandra Bono Onlus – spiega il Cavalier Valerio Bono, che insieme alla moglie ha dato vita alla Fondazione in memoria della figlia – nasce per promuovere e sostenere la ricerca medica affinché i malati mantengano viva la speranza e possano trovare conforto nel sapere che c’è qualcuno che sta combattendo al loro fianco. Un progetto come quello realizzato e inaugurato oggi in Poliambulanza – sottolinea il Cavalier Bono – è un traguardo che ci rende particolarmente felici, perché un progetto così significativo dal punto di vista scientifico, e con immediato beneficio per tanti pazienti, si realizza nel territorio di Brescia, in una struttura di eccellenza”.

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