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Sigarette elettroniche: rischio pneumopatia da svapo

Per la prima volta uno studio ha valutato gli effetti biologici dell’utilizzo di sigarette elettroniche tenendo conto dell’eventuale precedente esposizione al fumo di tabacco

Sigarette elettroniche, attenti alla pneumopatia da svapo: a parlarne è il vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), Rino Agostiniani

Dalle sigarette elettroniche arriva una nuova patologia. “È la pneumopatia da svapo, descritta da un gruppo di ricercatori del Wisconsin, che a settembre scorso hanno evidenziato sulle pagine del ‘New England Journal of Medicine’ i risultati della loro analisi”. A parlarne è il vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), Rino Agostiniani, intervistato dall’agenzia Dire (www.dire.it).

“Hanno esaminato alcuni giovani adulti che si sono presentati nelle strutture ospedaliere affetti da una patologia polmonare di tipo acuto, che  – spiega il vicepresidente- poteva confondersi con una polmonite, senza rispondere, però, al trattamento antibiotico ma rispondendo invece in maniera proficua a quello cortisonico”.

Si è giunti fino a “situazioni spesso molto gravi, che hanno richiesto anche una terapia intensiva e la ventilazione. Non ci sono ancora – aggiunge il pediatra – dati certissimi per correlare che cosa dell’utilizzo delle sigarette elettroniche possa determinare questo tipo di patologia. Però, ci sono sufficienti certezze per invitare tutti i medici in presenza di forme poco chiare di patologie respiratorie acute, a indagare in maniera accurata quella che è l’anamnesi dei giovani -sottolinea il vicepresidente della Sip – per valutare, così, la loro abitudine o meno” allo ‘svapo’. Il paradosso sta nel fatto che “questo strumento è stato ideato per facilitare lo smettere di fumare dell’adulto e si sta rivelando invece – conferma Agostiniani – uno strumento attraverso cui un numero sempre più rilevante di giovani entra nel mondo del fumo”. E da lì, poi, “si passa con più facilità alle sigarette tradizionali”.

A ciò si aggiunga che secondo i più recenti dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 18% dei giovani italiani si sta avvicinando alle sigarette elettroniche, con “stime d’inizio anche molto precoci: tra gli 11 e i 13 anni”. Uno dei rischi di questi nuovi dispositivi elettronici, secondo il pediatra, starebbe proprio “nel fatto di non essere percepita come una cosa pericolosa. Nessuno nega il fatto che rispetto alla sigaretta tradizionale, i rischi connessi alle sigarette elettroniche appaiano sicuramente minori. Tuttavia non bisogna essere così sereni nel facilitarne o incentivarne l’utilizzo“. I campanelli di allarme, infatti, permangono perché altri studi hanno rilevato “la presenza, significativamente più alta rispetto alla popolazione normale, di sostanze di potenziale tossicità, anche di tipo cancerogeno – precisa il vicepresidente Sip – sia nella saliva che nelle urine dei giovani fumatori di sigaretta elettronica. Evidentemente, in quegli aromi così graditi dai giovani, esistono delle sostanze che invece possono esercitare nel lungo periodo dei danni rilevanti a livello polmonare”.

In America, infine, ulteriori ricerche scientifiche hanno segnalato che una percentuale di liceali statunitensi che iniziano precocemente a utilizzare le sigarette elettroniche, dopo un po’ inserisce all’interno dei liquidi vaporizzati anche la cannabis – conclude Agostiniani – per passare poi a un uso abituale di altro tipo”.

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