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Comuni fermano Johnson: niente Brexit senza accordo

I Comuni fermano Johnson: niente Brexit senza accordo. La linea del primo ministro inglese è stata battuta grazie al fatto che alcuni Tory ribelli si sono alleati alle opposizioni

Con 327 voti a favore e 299 contrari, la Camera dei comuni britannica ha approvato l’ultima lettura della legge che blocca la Brexit ‘senza accordo’. La linea del premier Boris Johnson è stata battuta grazie al fatto che alcuni Tory ribelli si sono alleati alle opposizioni, e in questo modo si fa sempre più concreta la possibilità che l’uscita dall’Unione europea – fissata per l’ultimo giorno di ottobre – sarà posticipata nuovamente: la nuova data potrebbe essere il 31 gennaio 2020.

Gli avversari di Johnson – gli “anti-No deal” – si oppongono al fatto che il divorzio avvenga senza aver negoziato un accordo con Bruxelles. Ma per Johnson, succeduto nell’estate a Theresa May proprio per l’impossibilità di quest’ultima di definire un’intesa comune – l’obiettivo è portare a termine la Brexit senza ulteriori rinvii.

La legge anti-No deal, che ora deve essere esaminata dalla Camera dei Lord, è passata con un emendamento. Come spiegano le fonti di stampa locali, i laburisti sono riusciti a imporre una clausola: il rinvio sarà possibile solo se verrà votato un accordo di recesso elaborato mesi fa, sotto l’esecutivo May.

Ora il testo, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it), va alla Camera dei Lord, che stanotte si sono impegnati a votare entro domani. Se approvata, la proposta tornerà alla Camera dei comuni. I deputati pro-Brexit tuttavia hanno presentato oltre cento emendamenti per cercare di rallentare il più possibile l’iter legislativo.

Boris Johnson ha reagito a questa mossa cercando le elezioni anticipate. Ma servendo la maggioranza dei due terzi – maggioranza che il premier non ha più – la proposta è stata bocciata.

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