Site icon Corriere Nazionale

Fegato curato coi robot, Modena è da primato

La Colangite Biliare Primitiva colpisce oggi, in Italia, oltre 18.000 persone. Dietro questo dato si nascondono però molti casi sommersi

Fegato curato coi robot, Modena è da primato europeo: realizzato intervento con una complessa tecnica di epatectomia in due tempi

Fegato curato coi robot, Modena è da primato europeo: realizzato intervento con una complessa tecnica di epatectomia in due tempi

Primato europeo per Modena nella resezione robotica del fegato. Per la prima volta, infatti, viene messa in campo una tecnica innovativa di epatectomia in due tempi all’insegna, questa è la novità, di un approccio completamente robotico. La nuova tecnica, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it), è stata applicata con successo all’Ospedale di Baggiovara dall’equipe del professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della chirurgia epato-bilio-pancreatica e dei trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, col supporto anestesiologico dell’equipe di anestesia e rianimazione dell’ospedale, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini, e del personale del blocco operatorio.

Si tratta del primo caso riportato in Europa di una complessa tecnica di epatectomia in due tempi, chiamata Alpps (Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged hepatectomy, “associazione di partizione epatica e legatura portale per epatectomia in due tempi”) e segnata dall’approccio robotico per epatocarcinoma con trombosi portale.

Il paziente, un 38enne, sta bene ed è stato dimesso alla terza giornata dal secondo intervento in ottime condizioni generali, riferisce l’ospedale.

“L’Alpps- spiega Di Benedetto- è una complessa tecnica di epatectomia in due tempi, svolta tramite due interventi chirurgici, che viene adottata quando il paziente necessita di una resezione epatica maggiore ma non ha un volume residuo di fegato sufficiente per far fronte alle necessità dell’organismo”. Passati otto giorni, continua il professore, “il nostro paziente ha avuto un incremento di quasi il 100% del volume residuo; quindi, abbiamo potuto completare l’intervento con il secondo tempo, ovvero l’asportazione definitiva dell’emifegato interessato dalla malattia”.

Exit mobile version