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Conte, Salvini, Renzi: al Senato tutti contro tutti

Crisi di Governo, scintille in Senato tra il premier dimissionario Conte, Salvini e Renzi. Il Governo gialloverde è finito, ora palla a Mattarella.

Crisi di Governo, scintille in Senato. Conte: “Governo è finito, da Salvini opportunismo politico e scarsa cultura costituzionale”. Il leader leghista: “Bastava un Saviano di turno, un Travaglio per tutte queste accuse, un Renzi, non il presidente del Consiglio”

“Questo governo qui si arresta ma c’è ancora molto da lavorare. C’è bisogno di politica con la p maiuscola. Alla fine del dibattito parlamentare mi rechero’ dal presidente della Repubblica per comunicare la fine dell’esperienza di governo e rassegnare nelle sue mani le dimissioni da presidente del consiglio. Le decisioni della Lega che ha presentato una mozione di sfiducia e l’immediata calendarizzazione e i comportamenti seguenti mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo”.

Da Salvini, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) “scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale” oltre a “opportunismo politico”. E’ l’attacco del premier Giuseppe Conte in aula al senato al leader della Lega.

“Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia, sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile”, aggiunge il premier Conte. “La decisione della Lega la reputo grave. Il disegno riformatore viene interrotto”, Salvini ha violato “il solenne impegno sottoscritto nel contratto di governo”. E’ “altamente probabile il rischio di esercizio provvisorio”.

“Palesemente contraddittorio- aggiunge il premier- appare il comportamento della Lega che dopo aver presentato la mozione di sfiducia in Parlamento al governo non ritiri i propri ministri”.

“Caro Matteo- continua Conte- pieni poteri per governare il paese e invocare le piazze a tuo sostegno, questa concezione mi preoccupa”.

“La vicenda russa- attacca ancora il premier- merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale. Presentandoti in Parlamento invece di negarti avresti evitato di mandare il presidente del Consiglio al tuo posto rifiutandoti per giunta di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso”. Il ministro Matteo Salvini indica i banchi del Pd che applaudono il premier Conte e fa un gesto congiungendo indice e pollice come a dire ‘tutto torna’.

Poi, Conte si toglie un sassolino dalle scarpe: “Non te l’ho mai detto Matteo: accostare agli slogan politici i simboli religiosi sono comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la libertà di coscienza religiosa, sono piuttosto episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno”.

SALVINI FA CONTRODISCORSO A GESTI ED ESPRESSIONI

Mentre Giuseppe Conte parla al Senato, Salvini prende appunti, si tocca il naso, alza le sopracciglia. Un controdiscorso, un commentario in diretta delle parole del premier, affidato alla mimica facciale e dei gesti.

La Lega “viene meno al solenne impegno assunto a inizio legislatura”, dice Conte. E Salvini alza platealmente le sopracciglia.

Poi quando Conte accusa la Lega di “irresponsabilita’” e di aver premesso “gli interessi di partito” a quelli del Paese, dai banchi della Lega arrivano aperte contestazioni che Salvini placa a stento. Prima con la mano, poi con le mani giunte in segno di preghiera, infine col pollice in segno di intesa, rivolto ai suoi.

IL DISCORSO DI SALVINI

“Bastava un Saviano di turno, un Travaglio per tutte queste accuse, un Renzi, non il presidente del Consiglio. Scopro oggi che lei mi ha mal sopportato per più di un anno”. Così Matteo Salvini, che per fare il suo intervento si e’ spostato dai banchi del governo a quelli del gruppo, si rivolge al premier Conte.

“Grazie- esordisce Salvini- e finalmente. Rifarei tutto quello che ho fatto, tutto. Io sono un uomo libero, non ho paura del giudizio del popolo italiano come molti in quest’aula che non sono uomini e donne liberi”.

“Se qualcuno da settimane, se non da mesi, pensava a un cambio di alleanza, nel senso di dire ‘togliamoci quei rompiballe della Lega e ingoiamoci il Pd’, non aveva che da dirlo. Io vi ci vedo a portare avanti la legge sulle banche con la Boschi, a riformare il Csm con Lotti e a fare la riforma del lavoro con Renzi, il padre del jobs act”, dice Matteo Salvini, rivolto all’aula del Senato e in particolare al gruppo M5s.

“La via maestra- aggiunge Salvini- e’ quella delle elezioni. Ma se volete noi ci stiamo di andare avanti e ultimare il percorso. Volete tagliare i parlamentari e poi andare a votare? Ci siamo. Tagliate i parlamentari e restituiamo la parola al popolo italiano. Ci siamo. Se poi uno volesse metterci una manovra coraggiosa e tagliare le tasse a milioni di italiani, noi ci siamo”.

“Vediamo se ci sara’ la voglia e la forza di andare al voto”, aggiunge Salvini.

IL DISCORSO DI RENZI

Il premier Giuseppe Conte “e’ stato ineccepibile. Oggi abbiamo apprezzato le sue parole sullo stile istituzionale. Ma avremmo preferito che le avesse pronunciate prima”, dice Matteo Renzi in aula al Senato.

Il senatore del Pd cita poi la recente lettera di Conte sui migranti: “Trova la mia stessa convinzione. La firma su quel post la condividiamo, quella sul dl sicurezza no”.

“Ai 5 stelle dico che non so se in nome della responsabilità voteremo insieme per il governo, io non ne farò parte in modo orgoglioso. Imparate sempre che dietro l’aggressione personale e l’odio scatenato sui social ci sono le famiglie, non l’avversario politico. Eppure io sono qui, prima del risentimento e delle ripicche viene l’interesse del paese”. Così Matteo Renzi si rivolge al Movimento 5 stelle.

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