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Delrio: contratto alla tedesca tra Pd e M5S

L'ex ministro Delrio: per mettere un piedi un governo M5s-Partito democratico si deve fare un contratto scritto alla tedesca come tra Spd e Cdu

L’ex ministro Delrio: per mettere un piedi un governo M5s-Partito democratico si deve fare un contratto scritto alla tedesca come tra Spd e Cdu

Per mettere un piedi un governo M5s-Partito democratico si deve fare “un contratto scritto alla tedesca come tra Spd e Cdu, convocando le menti migliori per dare una impronta completamente diversa”. Lo ha detto il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital.

“Fa piacere che Conte abbia preso atto” degli errori fatti sui migranti, come si legge nella lettera inviata a Salvini, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it). “Il problema oggi è il lavoro: occorre abbassare il cuneo fiscale per i lavoratori, il salario minimo, la legge sulla rappresentanza. Abbassare il costo del lavoro è una priorità assoluta per le nostre imprese che stanno perdendo competitività”.

Secondo Delrio con il Movimento 5 stelle bisogna “chiarire i punti di convergenza che sono stati offuscati”, ad esempio rilanciando “l’economia green con una svolta ambientale”.

Però, ricorda Delrio, “per parlare di potenziale accordo bisogna essere molto seri senza fare sconti, se non c’è un’idea comune di sviluppo del paese non si riesce a governare. Mettersi a sedere e parlare con il M5s non significa che l’esito sia scontato”, conclude.

Bonisoli attacca la Lega

Nuove assunzioni, piú formazione, aumenti delle retribuzioni e possibilità di fare carriera all’interno dell’amministrazione. Sono i provvedimenti “a rischio” del ministero per i Beni e Attività Culturali “a causa della crisi voluta dalla Lega”. È quanto denuncia il ministro Alberto Bonisoli con un video postato sui social.

“C’è una cosa mi da fastidio di quello che sta succedendo in questi ultimi giorni- ha detto- cioè che la Lega abbia ritirato il sostegno al Governo adducendo il pretesto che tanto non avremmo più prodotto atti di amministrazione, che eravamo impantanati in un no perenne. Non è vero”, ha ribadito sottolineando che “abbiamo pronti atti di provvedimenti, di inziative. Ad esempio, nel caso di questo ministero, un investimento importante nel personale che si sarebbe dovuto realizzare nelle prossime settimane ed è a rischio. Abbiamo pronto un concorso ad ottobre per circa 3.000 persone, un concorso per 28 dirigenti sempre a ottobre, 1.000 assunzioni di funzionari a dicembre e 250 persone che dovrebbero transitare da centri per l’impiego a questo ministero. Queste iniziative in un nuovo Governo sarebbero a rischio”.

Inoltre “nella finanziaria avevamo già pronte alcune norme che riguardano l’investimento nel personale di questo ministero, 30 dirigenti di seconda fascia in più dal 2020, l’incremento del Fondo delle risorse decentrate, ex Fua, usando il 5% dei ricavi di tutti i musei statali, che andrebbero a beneficio di tutti i dipendenti del ministero. Parliamo di un investimento di più di 10 milioni di euro”.

E poi “l’aumento di indennità di amministrazione per i dipendenti del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che verrebbe equiparata al ministero della Giustizia. Alcune risorse da investire per la formazione del personale. Infine la progressione verticale di carriera dalla seconda alla terza area con lo scorrimento totale delle graduatorie degli idonei del 2010. Sono il resto dei funzionari ombra a cui non siamo riusciti a risposta anno scorso. Tutte queste iniziative volte alla soluzione dei problemi di questo ministero, sono a rischio con un nuovo Governo, o con quello che accadra, e questo è un danno per il paese, il ministero e la cultura italiana”.

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