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Quale acqua scegliere: occhio all’etichetta

La Commissione per l'ambiente del PE ha approvato delle regole che migliorano ulteriormente la qualità, l’accesso all’acqua potabile e riducono i rifiuti di plastica

Con il caldo bisogna bere molta acqua, ma quale scegliere tra le 300 diverse marche presenti sul nostro mercato? I consigli per leggere bene l’etichetta

Nel periodo più caldo dell’anno, come dimostra anche l’ultima ondata di calore, gli esperti consigliano di bere sempre almeno due litri di acqua tutti i giorni. E’ questa infatti l’unico liquido davvero indispensabile per il nostro organismo. Come per tutti gli alimenti in commercio, anche la grande varietà di acque che troviamo nei supermercati deve essere provvista di etichetta.

Il Ritratto della Salute non fa riferimento a regole comportamentali, ma alle informazioni nutrizionali presenti sul retro della confezione, che descrivano le caratteristiche chimico-fisiche del liquido. Non è facile orientarsi nella scelta, soprattutto nel nostro Paese, primo produttore di acqua al mondo con oltre 300 marche diverse.

Ecco un breve vademecum per scegliere quella più adatta alle proprie esigenze:

• residuo fisso: uno dei parametri più “famosi”, esprime il contenuto di sali minerali disciolti nell’acqua dopo averne fatto evaporare un litro a 180 gradi. Le più diffuse sono quelle “oligominerali”, ma ne esistono tipologie ancora più leggere (“minimamente mineralizzate”). Se non avete particolari problemi di salute le prime vanno più che bene;
• ph: misura l’acidità. Il 7 indica “acqua neutra”, sotto il 7 “acidula”, al di sopra è invece “alcalina”;
• durezza: esprime in modo però abbastanza impreciso la quantità di calcio e magnesio presente. Il suo valore è indicato in “gradi francesi”. Non è sempre presente, perché spesso i due nutrienti sono indicati a parte, nella lista degli elementi caratterizzanti;
• temperatura: indica in gradi centigradi della sorgente al momento dell’imbottigliamento;
• sostanze caratterizzanti disciolte: l’elenco e la quantità dei sali minerali presenti in modo significativo in un litro (es. sodio, calcio, magnesio, ecc.);
• nitriti e nitrati: sono valori legati all’inquinamento ambientale. I primi devono essere presenti al massimo per 0,02 milligrammi ogni litro, i secondi invece non devono superare i 45mg/L.

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