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Ebola dal Congo al Sud Sudan: cresce il rischio

Ebola, UNICEF lancia l'allarme: cresce il rischio della diffusione in Sud Sudan dalla Repubblica Democratica del Congo

On 14 September 2018, medical workers are thoroughly cleaned after visiting patients at an Ebola treatment centre in Butembo, Democratic Republic of Congo, after a recent outbreak of the deadly disease. Since the Ebola outbreak was declared on 1 August 2018, UNICEF has collaborated with community, youth and religious leaders to reach more than 3.3 million people with Ebola prevention and advocacy messages. UNICEF is expanding its Ebola response and deploying to Butembo a team of 11 specialists in community communication, education, psycho-social assistance, and water, sanitation and hygiene to help contain the disease and avoid any further spread of the epidemic. While expanding its response to the city of Butembo, UNICEF continues to work with its partners in Mangina and Beni. Since the beginning of the outbreak, UNICEF has collaborated with community, youth and religious leaders to reach more than 3.3 million people with Ebola prevention and advocacy messages. UNICEF is working with local communities and Ebola survivors to ensure that the strategies put in place are effective and sustainable, and to defuse local resistance against the Ebola response, especially in the Ndindi neighbourhood of Beni. UNICEF multidisciplinary teams include anthropologists, who ensure that the response is sensitive to cultural believes and practices, particularly around caring for sick and diseased individuals, and addressing populations’ concerns about secure and dignified burials. In Ndindi, local committees are working hand-in-hand with UNICEF to identify and implement sensitization activities. Local committees have contributed to the setting up of sensitization trucks with megaphones driving through the neighbourhood.

Ebola, UNICEF lancia l’allarme: cresce il rischio della diffusione in Sud Sudan dalla Repubblica Democratica del Congo

Secondo l’UNICEF, ricevere delle informazioni fondamentali su come proteggersi dall’Ebola, salva vite. Da gennaio 2019, l’organizzazione e i suoi partner hanno coinvolto più di 3 milioni di persone in Sud Sudan con messaggi di prevenzione sull’Ebola.

Questa settimana cade l’anniversario del primo anno dell’epidemia del virus Ebola ancora in corso nella vicina Repubblica Democratica del Congo, che ha già ucciso più di 1.700 persone. La Repubblica Democratica del Congo è nella morsa della seconda peggior epidemia di Ebola nella storia. Il rischio della diffusione dell’Ebola attraverso i confini in Sud Sudan è significativo e in aumento. L’UNICEF sta lavorando con il Governo del Sud Sudan, altre agenzie delle Nazioni Unite e partner per diffondere messaggi di prevenzione e coinvolgere le comunità per aiutarle a proteggersi dalle malattie.

L’UNICEF sta supportando gli sforzi nazionali di preparazione all’Ebola in Sud Sudan che, se adeguatamente finanziati, consentiranno al Sud Sudan di rispondere velocemente e in maniera concreta ad una possibile epidemia di Ebola nel paese. L’UNICEF coordina con il Governo il gruppo di lavoro tecnico sulla comunicazione del rischio, la mobilitazione sociale e il coinvolgimento delle comunità per informare le comunità sulla malattia e coinvolgerle in attività di prevenzione.

Inoltre, l’UNICEF e il governo coordinano il gruppo di lavoro tecnico sulla prevenzione e il controllo dei contagi, che assiste gli operatori sanitari e altri operatori sul campo nello svolgimento delle loro mansioni in modo sicuro e sostiene l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nelle strutture sanitarie, nelle scuole e nei luoghi pubblici.

“Con l’Ebola più vicina di prima al Sud Sudan, non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo essere preparati a rispondere a un’epidemia nel paese, ma prima e soprattutto dobbiamo fare il possibile per evitare che la malattia raggiunga il Sud Sudan,” ha dichiarato il dottor Mohamed Ad Ayoya, Rappresentante dell’UNICEF in Sud Sudan. “Il coinvolgimento attivo delle comunità è la chiave per fermare la diffusione. Stiamo lavorando a stretto contatto con le comunità per creare consapevolezza e comprendere le vie di trasmissione, promuovere la pulizia delle mani e buone pratiche igieniche, le misure di prevenzione più efficaci.”

L’UNICEF in Sud Sudan si focalizza sulle popolazioni – e il loro coinvolgimento – che sono più a rischio negli stati al confine tra Repubblica Democratica del Congo e Uganda. L’UNICEF e i suoi partner hanno formato 450 operatori che, porta a porta, organizzano incontri per le comunità e coinvolgono leader locali e religiosi per diffondere messaggi salvavita.

“I nostri operatori e partner sul campo che lavorano nelle comunità confermano che un numero sempre più consistente di persone è consapevole dell’Ebola e delle misure di protezione che possono attuare per fermarne la diffusione,” ha continuato Ayoya. “L’individuazione precoce e il contenimento dei tre casi di Ebola in Uganda nel mese di giugno rappresentano il risultato di una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dimostrano il vero valore del lavoro di prevenzione e di collaborazione con le comunità. Finché l’Ebola rimane alle nostre porte, non possiamo riposare e dobbiamo portare avanti i nostri sforzi”.

Tra gennaio e luglio 2019, l’UNICEF e i suoi partner hanno:

L’UNICEF Sud Sudan necessita di 4,3 milioni di dollari per finanziare attività di prevenzione e preparazione al virus Ebola fino alla fine di settembre 2019. Ad oggi, solo il 14% è stato finanziato. L’UNICEF ringrazia i Governi di Regno Unito e Germania, Banca Mondiale e CERF per aver finanziato le attività di preparazione e prevenzione in Sud Sudan.

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