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I NOAC entrano in lista OMS dei farmaci essenziali

I farmaci anti IL-1 rappresentano un'opzione di trattamento sicura ed efficace nei pazienti affetti da febbre mediterranea familiare

I NOAC, Nuovi Anticoagulanti Orali, inseriti nella lista delle medicine essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

È appena stata pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’edizione aggiornata dell’Elenco dei Farmaci Essenziali (Essential Medicines List – EML 2019). Si tratta della 21esima edizione di un documento che l’OMS propone ogni due anni come guida ai Paesi membri per dare priorità a prodotti che offrono “accesso ottimale e soluzioni effettive ai problemi di salute”.

Tra i prodotti entrati per la prima volta nell’EML, riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) l’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala in particolare alcuni nuovi trattamenti oncologici, alcuni nuovi antibiotici per il trattamento delle infezioni resistenti e – per la prima volta – i Nuovi Anticoagulanti Orali (NOAC) per la prevenzione dell’ictus cerebrale, indicati dall’OMS come “particolarmente vantaggiosi ed efficaci anche perché – a differenza di altri trattamenti esistenti – non prevedono alcun regolare e periodico monitoraggio su chi li assume”.

L’OMS ha infatti inserito anche l’Alteplase nell’elenco delle Medicine Trombolitiche (12.5.2, pag. 37 – 21st EML, OMS, Ginevra 2019), indicandolo come uno dei “farmaci essenziali per patologie prioritarie”.

“L’inserimento dei NOAC all’interno della lista delle medicine essenziali dell’OMS è una notizia particolarmente importante per tutti i cittadini, per i pazienti e per l’insieme del Sistema Sanitario Nazionale”, sottolinea Nicoletta Reale, presidente dell’Osservatorio Ictus Italia, “A seguito di questa indicazione così autorevole ci sentiamo di sottolineare con forza che è necessario che nel nostro Paese si realizzino immediatamente tutte le azioni necessarie che abbiano  ricadute positive su terapia e assistenza: prima di tutto occorre che tutti i pazienti italiani possano avere accesso alla trombolisi, senza differenziazione territoriale; ricordiamo, inoltre, che in Italia i NOAC sono purtroppo ancora soggetti a piano terapeutico, la cui prescrizione spetta soltanto ad alcune categorie di specialisti. Il Medico di Medicina Generale, che ha un ruolo fondamentale e strategico, oltre che nella prevenzione, anche nel post-ictus, quando cioè il paziente fa ritorno a casa (controllo aderenza alla terapia, gestione interferenza con altri farmaci e/o eventuali eventi avversi, informazioni su obiettivi terapeutici e somministrazione ecc.), non ne ha la possibilità: l’estensione della prescrivibilità diviene quindi oggi un obiettivo non più rimandabile”.

L’Alteplase è un enzima fibrinolitico utilizzato per trattare i coaguli di sangue, utilizzato per migliorare il recupero e ridurre la disabilità nelle persone che hanno avuto un ictus cerebrale. Come indicato anche dalla banca dati farmaci dell’AIFA, può essere utilizzato per il trattamento fibrinolitico dell’ictus ischemico acuto, ricordando che “il trattamento deve essere iniziato il prima possibile, entro 4,5 ore dall’insorgenza dei sintomi dell’ictus. L’effetto del trattamento è tempo-dipendente: pertanto, più è precoce più aumenta la probabilità di un esito favorevole”. Lo stesso prodotto può anche essere utilizzato per il trattamento trombolitico nell’infarto miocardico acuto e nell’embolia polmonare massiva acuta con compromissione emodinamica.

Conosciuto come uno dei principali “big killer” al mondo, l’ictus compare all’improvviso ed è oggi una delle patologie a maggior rischio di mortalità – sebbene nel nostro Paese i casi sono in diminuzione, proprio grazie alle nuove terapie disponibili – ma soprattutto di invalidità: la metà dei superstiti rimane infatti con problemi di disabilità, anche grave. Ne consegue un rilevante onere per le famiglie, per le risorse allocate in sanità e per la società intera, onere che può protrarsi anche per decenni, tenuto conto che non sono pochi i soggetti colpiti dalla malattia anche in età non avanzata: nei circa 150mila nuovi casi di ictus cerebrale che si registrano in Italia ogni anno, circa 10.000 riguardano soggetti di età inferiore ai 54 anni, responsabili del 10-12% di tutti i decessi.

“Sarà compito dell’Osservatorio Ictus Italia portare l’EML 2019 dell’OMS a conoscenza delle Istituzioni, della politica sanitaria e dei decisori regionali affinché si adoperino per il corretto accesso al trattamento con Alteplase in tutto il territorio nazionale – conclude la presidente Reale -. Riteniamo infatti che il diritto alla salute e i bisogni sempre nuovi e sempre più specifici che vengono espressi dai cittadini richiedano risposte puntuali, basate   sulle evidenze scientifiche internazionali. Sapere di avere a disposizione un farmaco che è in grado di salvare vite e ridurre la disabilità dovrebbe convincere tutte le parti interessate a mettere terapia e gestione dell’ictus cerebrale in cima all’agenda politica”.

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