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Sonda Juno scopre variazioni nel campo magnetico di Giove

La sonda Juno ha scoperto un nuovo ciclone nell’atmosfera di Giove, proprio in prossimità del polo sud del gigante gassoso

JunoCam, la camera ad alta risoluzione posizionata a bordo della sonda Juno della Nasa, ritrae il turbolento emisfero meridionale di Giove

Grazie ai dati della sonda Juno della Nasa un team di ricerca ha scoperto per la prima volta che il campo magnetico di Giove cambia con il passare del tempo

Durante le sue orbite intorno ai poli di Giove, la sonda della Nasa Juno è riuscita a raccogliere dati inediti fino a una profondità record di 10.000 chilometri nel gigante gassoso.  Queste osservazioni hanno mostrato da tempo che il campomagnetico di Giove è un groviglio complesso, costituito da un intreccio di linee di forza asimmetriche.

Dal primo ritratto del campo magnetico gioviano è emersa una situazione molto diversa da quella che possiamo trovare sul nostro pianeta: se la Terra funziona come una sorta di calamita, con le linee di forza del campo magnetico che “escono” dal polo nord per rientrare nel polo sud, Giove ha invece un campo magnetico molto più asimmetrico, le cui linee di forza emergono dall’emisfero nord, attraversano il polo sud e infine rientrano in una regione posta subito sotto l’equatore.

Ora una nuova analisi dei dati raccolti da Juno mostra che questa grande diversità tra i campi magnetici gioviani e terrestri nasconde in realtà una fondamentale e inaspettata somiglianza: la variazione magnetica. La sonda Nasa ha infatti scoperto che il campo magnetico di Giove cambia con il passare del tempo, una caratteristica che tra tutti i mondi del Sistema solare prima si attribuiva soltanto al nostro.

Il nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, spiega per la prima volta come il campo magnetico gioviano sia soggetto alla cosiddetta variazione secolare, fenomeno che comporta appunto il cambiamento del campo magnetico interno nel corso del tempo. “Individuare il fenomeno della variazione secolare – commenta Scott Bolton del Southwest Research Institute di San Antonio e leader dello studio –  era sulla lista dei desideri dei planetologi da diversi decenni. Questa scoperta è stata possibile solo grazie all’estrema precisione degli strumenti scientifici di Juno e all’unicità della sua orbita, dovuta al fatto che la sonda è in grado di viaggiare attorno al pianeta da un polo all’altro.”

Questo risultato potrebbe ora gettare una nuova luce sulle complesse dinamiche interne del gigante gassoso. La somiglianza tra il campo magnetico gioviano e quello terrestre potrebbe inoltre aiutarci a comprendere sempre meglio le caratteristiche magnetiche del nostro mondo, così come di altri vicini planetari.

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