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Ai francesi piace il nostro formaggio: Lactalis vuole Nuova Castelli

Matrimonio tra colossi del formaggio italiano: Parmareggio incorpora Agriform e dà vita alla più importante realtà di settore che ora guarda all'export

La francese Lactalis vuole acquistare il colosso dei formaggi Nuova Castelli: preoccupazione per il futuro delle nostre eccellenze agroalimentari

Bene il fronte delle cooperative per contrastare l’offerta francese per il controllo dei formaggi italiani. E’ quanto afferma Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, in relazione alla vendita del colosso dei formaggi Nuova Castelli per la quale sarebbe scesa in campo anche la Granarolo, una delle più grandi e storiche cooperative italiane in opposizione all’offerta della francese Lactalis della famiglia Besnier che già controlla Parmalat e tutti i marchi ad essa collegati.

In gioco c’è il futuro di un’azienda come il Gruppo Castelli che garantisce il lavoro a mille famiglie, produce dal Parmigiano al Grana, dal Gorgonzola al Taleggio fino alla Mozzarella di Bufala e al Pecorino Toscano e che tra i suoi mercati esteri di riferimento oltre a Gran Bretagna, Russia e Germania annovera proprio anche la Francia.

“Il mondo cooperativo – spiega Uecoop – è un protagonista storico del comparto lattiero caseario italiano dove gestisce l’80% del latte che serve per la produzione dei formaggi Dop ed è in grado di schierare manager e piani di sviluppo seri. Nell’agroalimentare italiano operano oltre 5.200 cooperative con un fatturato complessivo di 36 miliardi di euro che rappresentano circa il 25% del fatturato agroalimentare italiano”.

“Il mondo cooperativo – spiega Uecoop – è presente in ogni settore del cibo Made in Italy, dal latte ai formaggi, dalla carne ai cereali, dall’ortofrutta all’olio e al vino creando filiere virtuose in grado di generare sviluppo economico e occupazione sui territori di riferimento, mentre con le multinazionali straniere il rischio è sempre quello della delocalizzazione produttiva, gestionale o finanziaria come si è visto quando Parmalat è finita nelle mani dei francesi”.

Coldiretti: fermare la svendita delle nostre aziende

“Occorre fermare la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare con preoccupazione le trattative in corso per l’acquisizione della Nuova Castelli da parte della multinazionale francese Lactalis che negli anni si è già comperata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e detiene circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario.

“L’operazione – sottolinea la Coldiretti – rafforzerebbe l’egemonia francese mettendo le mani su prodotti italiani a denominazione di origine (Dop) più venduti nel mondo, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, fino al Gorgonzola, al Taleggio, alla Mozzarella di bufala campana e al Pecorino Toscano”.

La Nuova Castelli è tra l’altro il principale esportatore italiano di Parmigiano Reggiano ed è una realtà specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari con oltre 1.000 dipendenti distribuiti su circa 20 impianti in Italia e all’estero. Nel 2018 la società ha avuto un giro d`affari di 460 milioni.

” La difesa dei marchi storici è necessaria perché – afferma Prandini – si tratta spesso del primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali”.

“In questo caso – precisa Prandini – l’interesse nazionale è anche legato alla tutela delle denominazioni dalle falsificazioni che si moltiplicano nei diversi continenti con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che sono i prodotti agroalimentari piu’ imitati nel mondo che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all’Australia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa”.

La tutela dei marchi storici è una necessità per l’agroalimentare Made in Italy dopo che ormai circa 3 su 4 sono già finiti in mani straniere e vengono spesso sfruttati per vendere prodotti che di italiano non hanno più nulla, dall’origine degli ingredienti allo stabilimento di produzione.

Codacons presenta diffida al Governo

Contro la possibile acquisizione della Nuova Castelli, primo esportatore di Parmigiano Reggiano, da parte del colosso francese Lactalis, il Codacons scende in campo e presenta una formale diffida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché blocchi l’operazione.

“In nessun caso consentiremo la perdita per l’Italia di uno dei principali valori agroalimentari del nostro paese, e siamo pronti a ricorrere all’Antitrust e alle istituzione europee per contrastare l’operazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il valore di questo prodotto, infatti, va al di là dell’aspetto industriale, considerato che il Parmigiano Reggiano fa parte del patrimonio italiano e rappresenta un simbolo del “Made in Italy”.

Per tale motivo presentiamo oggi una formale diffida alla Presidenza del Consiglio affinché imponga il divieto di vendita della Nuova Castelli, potendo lo Stato intervenire in tal senso trattandosi di un bene di chiaro interesse nazionale.

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