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Pesca nel Mediterraneo: via libera al piano di gestione stock ittici

Il Parlamento europeo ha approvato il primo piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali

Se non verranno ripristinati gli sgravi contributivi per il settore ittico previsti dalla Legge 30 del 1998, un'impresa su due rischia la chiusura. Pescatori pronti allo sciopero

Il Parlamento europeo ha approvato il primo piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali

Il Parlamento europeo ha approvato il primo piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali

Gli eurodeputati hanno approvato il primo piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali.

Il nuovo piano che copre gli stock ittici demersali, come i gamberetti e gli scampi, mira a garantire il loro sfruttamento, pur mantenendone la capacità riproduttiva. Il piano dovrà essere valutato dopo i primi 5 anni e, successivamente, ogni 3 anni.

Il testo, già concordato in via informale con i ministri UE, è stato approvato con 461 voti favorevoli, 62 contrari e 101 astensioni.

Nel primo anno di attuazione del piano (2020), la capacità di pesca massima consentita sarà ridotta del 10% rispetto ai giorni di pesca autorizzati tra il 2012 e il 2017. Nei successivi quattro anni la capacità massima sarà ulteriormente ridotta del 30%.

Nel testo si richiede inoltre d’emendare il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per permettere di sostenere finanziariamente le aziende di pesca che dovranno cessare le attività, in seguito alle nuove norme.

Le norme concordate:

  • si applicheranno alla pesca commerciale, a quella ricreativa e al pesce catturato involontariamente (stock da cattura accessoria);
  • implementeranno i regimi di cogestione di pesca tra Stati membri, pescatori e altre parti interessate;
  • faciliteranno l’attuazione dell’obbligo di sbarco;
  • limiteranno le attività di pesca ricreativa quando il loro impatto sulla mortalità per pesca è troppo elevato;
  • limiteranno la pesca a un massimo di 15 ore per giorno di pesca (o 18 ore, tenendo conto del tempo di transito tra il porto e la zona di pesca).

Limitare l’uso delle reti da traino nelle zone costiere

Sarà vietato utilizzare reti da traino entro le 6 miglia nautiche dalla costa, ad eccezione delle zone a più di 100 metri di profondità dell’isobata, per tre mesi all’anno. Ogni Stato membro determinerà i tre mesi di chiusura annuale, sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili così da garantire una riduzione di almeno il 20% delle catture di novellame di nasello.

Dopo l’adozione definitiva da parte del Consiglio, le nuove norme si applicheranno il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (fine 2019).

Questo piano pluriennale è la quarta proposta adottata, in linea con la politica comune della pesca (PCP) dopo il Mar Baltico, il Mare del Nord e le acque occidentali. Il piano copre le acque del Mediterraneo occidentale lungo il Mare di Alboran settentrionale, il Golfo del Leone e il Mar Tirreno, comprese le isole Baleari, la Corsica e la Sardegna. Secondo i dati relativi al 2015, la flotta peschereccia interessata è costituita da quasi 10.900 navi provenienti da Italia (50%), Spagna (39%) e Francia (11%). Gli stock demersali di questa zona appartengono a sei specie di pesci e crostacei: gamberetti blu e rossi, gamberetti rosa di acque profonde, gamberetti rossi giganti, nasello europeo, scampi e triglie.

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