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Sostanze cancerogene: lavoratori a rischio più protetti

Indagine Efsa sui pesticidi nei prodotti UE: il 96% rispetta la legge, il dato medio italiano di residui chimici a tavola è solo dello 0,9%

I pesticidi bio sono basati su microorganismi, vegetali, sostanze chimiche o semichimiche bioderivate

I tumori sono la causa principale dei decessi connessi al lavoro nell’Unione europea. Ecco le norme europee per proteggere i lavoratori dall’esposizione alle sostanze cancerogene

Per ridurre ulteriormente il rischio di sviluppare un tumore o un cancro causato dall’attività lavorativa, il 27 marzo 2019 il Parlamento ha adottato la terza revisione della direttiva redatta nel 2004 con la quale si stabiliscono i limiti di esposizione alle sostanze cancerogene sul luogo di lavoro.

Con la revisione sono stati aggiunti i limiti per cinque sostanze chimiche usate nei laboratori, nella sanità, nell’industria elettronica, edile e funeraria, in determinati settori industriali, quali quelli legati alla produzione di batterie al nichel-cadmio e alla fusione di zinco e rame, e per le aziende impegnate nel riciclaggio e nella lavorazione della plastica.

La direttiva europea così rettificata comprende i limiti di esposizione a 27 sostanze chimiche cancerogene.

Con la seconda revisione della direttiva, avvenuta a dicembre 2018, il Parlamento ha votato a favore di norme più restrittive. L’obiettivo di tali regole era quello di eliminare e ridurre la presenza di sostanze cancerogene e mutagene nei luoghi di lavoro. Le norme offrivano anche una definizione dei valori limite per l’esposizione a ulteriori otto sostanze che aumentano il rischio di cancro, sia per via respiratoria che transcutanea. Fra queste sostanze sono presenti anche le emissioni diesel e l’olio motore esausto.

Nel 2017 fu fatta una prima revisione della direttiva per limitare le sostanze nocive nei luoghi di lavoro, con cui gli eurodeputati stabilirono i limiti di esposizione per ulteriori 11 sostanze cancerogene.

Il tumore nei posti di lavoro: i fatti da sapere

Purtroppo i tumori sono la prima causa di morte connessa al lavoro nell’Unione europea. Il 53% delle morti legate al lavoro è dovuto a tumori, il 28% a malattie cardiovascolari e il 6% a disturbi respiratori.

I tumori più comuni sono il tumore al polmone, il mesotelioma -un tipo di tumore raro che colpisce i polmoni, l’addome o il cuore ed è causato dall’esposizione all’amianto- e il cancro alla vescica. L’impatto dell’esposizione a sostanze nocive durante il lavoro ha un’ampiezza tale che una morte per tumore al polmone su dieci nel mondo è causata dalle condizioni di lavoro, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

A causa del contatto con sostanze cancerogene, i lavoratori di alcuni settori sono particolarmente a rischio. Fra i più colpiti troviamo il settore delle costruzioni, l’industria chimica, l’industria automobilistica e quella manifatturiera, l’industria tessile e quella della trasformazione alimentare, il settore del legno e il settore sanitario.

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